ACHILLE DE TOMMASO (Silvio)
RIFLESSIONI SULL'INNOVAZIONE E SULLE SCIENZE DELL'UMANITA' - Articoli documentati su Scienza,Tecnologia e Antropologia
giovedì 9 novembre 2023
mercoledì 8 novembre 2023
martedì 7 novembre 2023
mercoledì 4 ottobre 2023
giovedì 11 maggio 2023
"Il Metaverso: Esplorando il Futuro dell'Interazione Digitale"
"Il Metaverso: Esplorando il Futuro dell'Interazione Digitale"
🌐💻🚀
Cari amici, oggi voglio parlarvi di un concetto che sta guadagnando sempre più attenzione nel mondo digitale: il Metaverso. Questo termine è stato coniato per descrivere un futuro immaginario in cui gli utenti possono immergersi in un ambiente virtuale condiviso e interagire tra loro utilizzando avatar digitali. È un concetto affascinante che potrebbe trasformare completamente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci connettiamo con gli altri.
Ma cosa rende così speciale il Metaverso? Immaginate di poter entrare in un mondo digitale in cui le possibilità sono infinite. Potreste esplorare città virtuali, partecipare a eventi, fare shopping, studiare, lavorare e socializzare con persone provenienti da tutto il mondo, tutto senza dover lasciare la comodità della vostra casa. Attraverso dispositivi come visori VR, guanti haptic e altri dispositivi di realtà aumentata, il Metaverso promette di creare esperienze immersive e coinvolgenti come mai prima d'ora.
Una delle caratteristiche chiave del Metaverso è la sua natura condivisa. Invece di essere un'esperienza isolata, il Metaverso offre la possibilità di connettersi con persone provenienti da diverse culture e background, aprendo le porte a nuove opportunità di apprendimento, collaborazione e innovazione. Immaginate di poter lavorare con colleghi sparsi in tutto il mondo, partecipare a conferenze globali senza dover viaggiare o incontrare amici virtuali in luoghi esotici che altrimenti non potreste visitare.
Nonostante il Metaverso sia ancora principalmente un'idea futuristica, ci sono già alcuni esempi che si avvicinano a questa visione. Giochi online multiplayer come Fortnite e Minecraft offrono un assaggio delle potenzialità del Metaverso, in cui milioni di giocatori interagiscono all'interno di un mondo virtuale. Altre aziende stanno lavorando per creare esperienze più immersive, come la realtà virtuale sociale e le piattaforme di collaborazione virtuale.
Tuttavia, ci sono anche sfide da affrontare. Il Metaverso solleva questioni di sicurezza, privacy e accessibilità. È importante garantire che le persone possano partecipare in modo sicuro e che i loro dati personali siano protetti. Inoltre, è fondamentale che il Metaverso sia accessibile a tutti, evitando di creare ulteriori divisioni digitali.
Il Metaverso rappresenta un futuro entusiasmante e ricco di potenzialità. Sta già suscitando l'interesse di aziende, innovatori e creativi di tutto il mondo. Tuttavia, per realizzare pienamente questa visione, richiederà uno sforzo collaborativo e l'attenzione a una serie di considerazioni etiche e pratiche.
Quindi, preparatevi per un futuro in cui i confini tra il mondo fisico e quello digitale si sfumano sempre di più. Il Metaverso potrebbe essere una nuova frontiera in cui le persone possono
COME LA CULTURA DELL’ARTE PUO’ INSEGNARE LA CREATIVITÀ SCIENTIFICA
COME LA CULTURA DELL’ARTE PUO’
INSEGNARE LA CREATIVITÀ SCIENTIFICA
Anche se la creatività è
apprezzata nelle scienze, non è istituzionalmente promossa nella stessa misura
in cui lo è nelle arti. Esaminare la
creatività scientifica attraverso la lente della pratica artistica può
consentire quindi l'identificazione di un percorso verso un ambiente che
valorizzi esplicitamente e promuova la creatività nella scienza.
L'arte è scienza, non si improvvisa e non si accontenta di
qualunquistiche e superficiali approssimazioni, anzi richiede un duro e
sistematico lavoro
(Leonardo
Da Vinci)
***
Per molto tempo, la scienza è
stata associata alla scoperta di ciò che già esiste piuttosto che alla
creazione effettiva (1). Ed è significativo che la parola
"creatività" sia apparsa solo circa cento anni fa e per la maggior
parte sia rimasta nel regno della produzione artistica, nonostante la stretta
relazione tra arte e scienza notata anche da molti scienziati contemporanei (2).
Sia le arti che le scienze si
basano infatti su una base di padronanza di metodi e strumenti concettuali che
richiedono familiarità con regole e leggi, per poterle applicare. Come un
artista figurativo debba comprendere e affrontare storie di questioni visive,
culturali, concettuali e sociali del passato e del presente, e affrontare le
leggi e le abilità fondamentali che governano la concezione, la produzione e la
ricezione dell'arte visiva; similmente lo scienziato deve avere una conoscenza
di base, ad esempio, di metodi statistici, o di reazioni chimiche. Sia
l'artista che lo scienziato devono quindi sintetizzare la loro attitudine con
metodo; e questo al di là della semplice arte o scienza. Diceva Bernardo de
Chartres che l’uomo è un nano seduto sulle spalle di un gigante; volendo
significare che, nella nostra ricerca culturale di oggi, ci affidiamo comunque
alle conoscenze del passato; però, ovviamente, fare affidamento solo sul
passato, o, addirittura, sull'imitazione, non fa diventare creativi. Infatti,
semplicemente, copiare ciò che è stato fatto prima, senza arrivare a nuove
intuizioni, non è né creativo, né evolutivo. Si potrebbe obiettare che ciò non
costituirebbe nemmeno praticare l'arte o la scienza.
Un buon esempio è Goethe; anche
se è conosciuto oggi principalmente come autore letterario, ha condotto scienza
di base per tutta la vita, e si è considerato tanto uno scienziato, quanto un
romanziere. Goethe formulo’ la sua teoria dei colori, contrastando l’idea di
Newton che i colori fossero gia’ nella luce e il prisma ottico li evidenzi per
rifrazione. Meticolosi esperimenti lo condussero a formulare che i colori
nascono dall’azione di due Entita’ distinte e, per loro natura, invisibili: la
LUCE e la TENEBRA. L’azione della Tenebra sulla Luce, ottenebrandola sempre
piu’, genera il Giallo, l’Arancione e il Rosso. L’azione della luce sulla
Tenebra produce in essa un graduale rischiaramento, generando il Viola, il Blu
e l’Azzurro.Nessun Verde si forma naturalmente al prisma, se non sovrapponendo
la banda gialla con quella azzurra. A questo incontro nel verde Goethe aggiunse
l’altro possibile, nato dalla sovrapposizione del Viola col Rosso, da cui nasce
il colore porpora, sconosciuto a Newton e anch’esso non scomposto dal prisma
(e’ pero’ presente nello spettro di alcuni arcobaleni).
Comune nell'arte è la capacità di
creare associazioni tra, o fondere, parti disparate di conoscenza e di prove
sperimentali. Questa è chiamata l'arte della percezione intelligente, ed è
raramente praticata nelle scienze della natura. Questo è un aspetto critico per
il nascere di una scintilla creativa nella scienza. (3).
E’ vero che la probabilità di
creatività nella scienza dipende in una certa misura dall'attitudine personale,
nonché da conoscenze e abilità acquisite con importanti intuizioni che abbiano
portato lo scienziato ad appropriarsi di indagine creativa e sviluppare il
potenziale creativo durante una carriera; tuttavia questi attributi non sono
sufficientemente valorizzati dall'amministrazione scientifica; in altre parole:
l'esplicito nutrimento della creatività è troppo spesso assente nella ricerca
scientifica.
COS’E’ LA CREATIVITA’
La creatività, è lo sviluppo di idee e concetti originali, ed
è alla base della pratica artistica. Come per l'arte, le scienze richiedono quindi
creatività; e gli individui, così come le istituzioni, devono riconoscere
l'importanza fondamentale della creatività come caratteristica distintiva del
progresso scientifico.
Rendere la creatività una misura
primaria del successo considerandola una metrica valutativa significativa, in parallelo
con il numero di articoli pubblicati, e altre valutazioni, aggiungerebbe
sicuramente un supporto strutturale, e istituzionale, alla creatività nella
scienza. Le scienze della natura potrebbero quindi essere, allora, definite
anche una professione creativa.
IL CASO
Il caso è stato spesso citato
come un fattore importante nella promozione della creatività. L'apparente
"scoperta" casuale della fotografia da parte di Louis Daguerre è il risultato
di una fuoriuscita accidentale di mercurio in un armadietto che conteneva
lastre di rame argentato, che ha rivelato l'immagine latente su una lastra.
Allo stesso modo, nella scienza, Wilhelm Röntgen scoprì i raggi X nel 1895
quando uno schermo trattato chimicamente posto in laboratorio iniziò a brillare
per esposizione a una lampada a catodo schermato; e Alexander Fleming osservò
nel 1928 che lo stafilococco veniva inibito quando una capsula di Petri veniva
lasciata accidentalmente sul banco del laboratorio, portando allo sviluppo di
moderni antibiotici. Ma “consentire” che il caso si verifichi nelle scienze, o
anche promuovere e riconoscere preziosi risultati casuali, è tutt'altro che
banale. Riconoscendo il caso,
Louis Pasteur osservò notoriamente durante una conferenza all'Università di
Lille nel 1854 che "nei campi dell'osservazione, il caso favorisce solo
la mente preparata".
GLI ERRORI
Un approccio euristico nell'arte
prevede molte iterazioni per ottenere la linea giusta nel disegno di un artista.
Egon Schiele disegnava come un maniaco e gettava la maggior parte dei disegni
nel camino se non gli piacevano.
Egon Schiele: “Amanti”
Oggi giudichiamo la sua
creatività dalle superbe opere sopravvissute che sono il risultato di molte
iterazioni di tentativi ed errori. In confronto, di solito ci si aspetta spesso
che gli esperimenti scientifici diano una risposta al primo tentativo senza il
tempo di eseguirne un altro, rendendo tentativi ed errori un processo a lungo
termine nelle scienze. L'errore non è quindi visto come un passaggio intermedio
pratico sufficiente per raggiungere intuizioni scientifiche immediate o
essenziale per raggiungere un obiettivo creativo. La creatività dovrebbe quindi
essere promossa iniziando con esperimenti più brevi e più vari in cui la
stragrande maggioranza potrebbe "fallire", ma gettare le basi per
selezionare il passo successivo più promettente. Modifiche concrete, quindi,
nel modo in cui le scienze sono sostenute, e praticate dal punto di vista
organizzativo, possono includere la considerazione del tempo e dello spazio
assegnati a prove ed errori.
LO SPAZIO MENTALE
Il subconscio o “ispirazione”, il
proverbiale bacio della musa dell'artista, è descritto come il cardine della
creatività artistica. Nella scienza, questo può tradursi nella riflessione
scientifica necessaria per esaminare i dati, abbozzare una proposta o
pianificare un esperimento. Lo spazio mentale o "vuoto" (4) in cui la
creatività scientifica è più forte non è poi così diverso da uno stato mentale
focalizzato contenente elementi irrazionali o intuizione.
Molte proposte sono state fatte
negli ultimi decenni su come promuovere la creatività scientifico/tecnologica
per l'innovazione industriale e professionale; esse includono metodi
istituzionali e individuali; come: formazione; interazioni regolari tra
scienziati per criticare processi e risultati; costruzione di spazi comuni, che
promuovano incontri casuali tra discipline, con settori non accademici e con
artisti. E che consentano allo spazio mentale di generare la scintilla
creativa.
RIFERIMENTI
(1) Barasch
M (1985) Theories of art. New York University Press, New York
(2) Root-Bernstein
R, Allen L, Beach L, Bhadula R, Fast J, Hosey C et al. (2008) Arts foster
scientific success: avocations of Nobel, National Academy, Royal Society, and
Sigma Xi Members. J Psychol Sci Technol 1:51–63
(3) Bohm
D (1976) The range of imagination. In: Sugerman S (ed.) Evolution of
consciousness, studies in polarity. Wesleyan University Press, Middletown, p
51–68
(4) Scheffer
M, Baas M, Bjordam T (2017) Teaching originality? Common habits behind creative
production in science and arts. Ec
(5) NATURE:
“Imparare la creatività scientifica”
venerdì 5 maggio 2023
CHOPIN: LA TRANQUILLITA’ CHE CURA LA SALUTE
CHOPIN: LA TRANQUILLITA’ CHE CURA LA SALUTE
Alcuni compositori sono
trascendentali, come Bach e Mozart. Ti avvicinano al paradiso e al divino. Ma
altri compositori come Beethoven e Chopin, ti avvicinano a te stesso - alla tua
anima - ed è qui che risiede la vera magia della musica.
Il Notturno di Chopin è come
una caramella per il tronco cerebrale
***
Il “Notturno op. 9, n. 2 (di
seguito “Nocturne”) inizia con un sottile e timido si bemolle, salta alla
distintiva sesta maggiore, e poi si lancia in una bella melodia struggente. Con un ritmo andante per tutto il pezzo, la
mano sinistra mantiene un ritmo costante, fornendo una spina dorsale alla
melodia onirica della mano destra, che sembra voler volare via.
Come uno dei pezzi più
riconoscibili di Chopin, "Nocturne" è diventato sinonimo di
tranquillità. Quando fu pubblicato per la prima volta nel 1800, il pezzo si
affermò rapidamente come la melodia più piacevole da suonare per gli ospiti nei
salotti serali. In effetti, è stata suonata così incessantemente che i
professionisti hanno smesso di eseguirlo (Lederer 2008). Ancora oggi questa
melodia neutra è molto diffusa. Può essere trovata negli ascensori, nei supermercati
e nelle segreterie telefoniche di attesa. Una semplice ricerca su Youtube per
"Nocturne" produce quasi tre milioni di risultati.
Oggettivamente, sentiamo la
musica quando le sue onde sonore innescano una catena di trasmissioni dopaminergiche
dall'orecchio al cervello. La dopamina, un neurotrasmettitore soprannominato
nella scienza popolare come la "molecola della felicità", quando viene
rilasciata crea un momento di benessere. Rapidamente, il segnale raggiunge il
nostro tronco encefalico, la parte del cervello che si è evoluta per prima. Il
tronco encefalico controlla i meccanismi responsabili della sopravvivenza e
quindi reagisce all'audio nel modo più primitivo. Poiché noi umani abbiamo
istinti di sopravvivenza simili, qui, nel tronco cerebrale, possiamo trovare il
minimo comune denominatore tra le percezioni della maggior parte degli umani
(inclusa la mia) di un pezzo come "Nocturne". Che vi illustro di
seguito.
Si scopre che
"Nocturne" è come una caramella per il tronco cerebrale.
Ospitato in mi bemolle maggiore,
il tono generale del pezzo è associato alla felicità, come il cinguettio degli
uccelli in una bella domenica mattina. Fatto importante è che
"Nocturne" non contiene molti cosiddetti “intervalli dissonanti”, i
quali si trovano naturalmente nei richiami di avvertimento degli animali,
poiché questi richiami ci avvertono per prepararci a una risposta di lotta o di
fuga. Il tronco cerebrale è infatti cablato per innescare un riflesso dello
stress quando sentiamo tali segnali sonori. E, come chiunque può immaginare,
ascoltare una melodia che evoca inconsciamente antichi ricordi di feroci lupi a
caccia non è un'esperienza rilassante. Il fatto che Chopin eviti di mescolare
queste immagini nel suo pezzo, e opti invece per suoni più allegri, aiuta a
spiegare il suo fascino travolgente e diffuso. Il nostro istinto lo adora.
Gli antropologi credono che la
musica sia stata la nostra prima lingua. Proprio come gli uccelli cinguettano
l'un l'altro, pare che i nostri antenati usassero canzoni per comunicare tra
loro; riconoscere la relazione tra madre e figlio e facilitare il legame di gruppo
(Schulkin 2014). E noi, come esseri umani moderni, siamo pertanto ancora
predisposti ad ascoltare il significato e i messaggi incorporati in melodie
come "Nocturne".
Emozioni, ricordi e musica vanno
di pari passo. La musica attiva il sistema limbico, la parte del cervello
responsabile dell'elaborazione simultanea di memoria ed emozione. Ciò
significa che la musica porta facilmente alla coscienza pensieri e ricordi
emotivi. Gli stessi neuroni che elaborano un ricordo specifico vengono
riattivati quando lo sentiamo in una melodia. Se la melodia è felice, evoca
ricordi felici. Quindi, i nostri ricordi felici aumentano la felicità percepita
della canzone. Questo provoca un ciclo di rinforzo positivo.
La “musicoterapia” è una pratica
ben conosciuta nella cura di varie patologie. Ad esempio vari studi rivelano
una riduzione dello stress operatorio in pazienti esposti a musica calmante
postoperatoria; suggeriscono infatti che la musica rilassante può ridurre il
dolore postoperatorio, può ridurre l'ansia, e il consumo di morfina. Questo è
stato verificato anche dopo interventi chirurgici a cuore aperto.
Eppure, lo stesso Chopin
soffriva di disturbi psichici.
Secondo una credenza popolare i
migliori psichiatri sono essi stessi pazzi. Ma pochi musicisti, afflitti da
qualsiasi tipo di grave problema neuropsichiatrico, sono stati in grado di
creare opere che sono ammirate ancora oggi. Frédéric Chopin, che ha reinventato
la musica per pianoforte nella prima metà del XIX secolo, era uno di quei
pochi. Chopin è l'epitome dell'artista romantico; aveva una malattia polmonare
cronica che alla fine ha causato la sua morte all'età di 39 anni, a Parigi. Ma
aveva anche una condizione neurologica trascurata; si ritiene un'epilessia del
lobo temporale. Questo poiché durante tutta la sua vita Chopin ha avuto episodi
allucinatori, che possono accompagnare disturbi convulsivi. E, mentre la
malattia somatica che lo ha ucciso continua a generare speculazioni, i suoi
ricorrenti sbalzi d'umore depressivi sono rimasti in gran parte non esaminati. E,
poiché è impossibile provare tali ipotesi diagnostiche, questi studi non sono
altro che speculazioni erudite.
E non posso lasciarvi senza
proporvi una delle migliori esecuzioni di “Nocturne”, quella del pianista
Rubistein:
https://www.youtube.com/watch?v=ZtIW2r1EalM
RIFERIMENTI
·
Sciencedirect.com
·
pplprs.co.uk: music reduces stress
·
pubmed.ncbi : The hallucinations of Frédéric
Chopin
· MITFine modulo
·
The Many Worlds behind “Nocturne” (MIT – Angles)
IL SEGRETO DELL’EVOLUZIONE UMANA: UN OSSO ROTTO
IL SEGRETO DELL’EVOLUZIONE
UMANA: UN OSSO ROTTO
Qual è il segreto della vita
umana per cui siamo sopravvissuti ed evoluti così a lungo?
Una volta uno studente chiese
all'antropologa Margaret Mead cosa considerasse il primo segno di civiltà in
una cultura. Lo studente si aspettava che l'antropologa parlasse di selci
affilate, bacinelle di argilla o cose del genere; invece no. Mead disse che il
primo segno di civiltà in una cultura antica è la prova di una persona con un
femore rotto e poi guarito.
Mead spiegò che, nel resto del
regno animale, se ci si rompe una gamba, si muore. Non si può scappare dal
pericolo, andare al fiume per bere acqua o cacciare per mangiare. Si diventa
immediatamente carne per i predatori. Nessun animale sopravvive a una gamba
rotta abbastanza a lungo da permettere all'osso di guarire. Un femore rotto che
è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con chi è
caduto, ha curato la sua ferita, l'ha portato in salvo e si è preso cura di lui
finché non si è ripreso.
“Aiutare gli altri a superare le
difficoltà è il punto di partenza della civiltà", ha spiegato Mead. “La
civiltà è il mutuo aiuto fornito dalla comunità".
LA SOVRANITA’ DENIGRATA E ANNIENTATA
LA SOVRANITA’ DENIGRATA E
ANNIENTATA
Perché i concetti di “popolo”
e “sovranità”, fondanti della Costituzione, si sono trasformati in concetti considerati
denigratori?
***
Abbiamo sotto i nostri occhi un
fenomeno macroscopico (e non solo in Italia): la denigrazione del popolo, un
disdegno riservato al popolo da parte della Sinistra – o di ciò che ne resta –
la quale usa la parola “populismo” come accusa contro i propri avversari, rei
di amoreggiare con il popolo. L’ordinamento costituzionale italiano si fonda,
fin dal suo primo articolo, sul concetto che la sovranità appartenga al popolo;
ma allora, com’è potuto accadere che i concetti di “popolo” e “sovranità”,
presenti nell’articolo fondante della Costituzione italiana si siano quindi
trasformati in concetti denigratori? Il fatto è che la Sinistra in disfacimento
non ha più alcuna idealità connessa alla sua origine di movimento dei
lavoratori. Questa Sinistra ha in testa un’unica idea: l’europeismo, ossia la
delega di gran parte del potere decisionale a organismi per nulla elettivi,
lontani e onnipotenti. Talvolta, come sappiamo, corrotti. A partire da tale
delega, la sovranità è divenuta un ingombro e chi si richiama a essa è
considerato un avversario. In realtà, in
barba alla “Costituzione più bella del mondo”, la sovranità è scomparsa,
svanita nel nulla. Chiedendo la fiducia al Senato, il 17 febbraio 2021, Draghi
affermò: «Nelle aree definite dalla debolezza degli Stati nazionali, essi
cedono sovranità nazionale per acquistare “sovranità condivisa”». Ma questa
della “sovranità condivisa” è un’espressione ossimorica. E’ una facezia, un
gioco di parole che nasconde un’evidenza ormai consolidata: le leve del potere
sono altrove; i Parlamenti nazionali contano poco o nulla, potendo solo
ratificare e non legiferare seriamente. Infatti, quando legiferano, di fatto,
sono rinchiusi nella gabbia d’acciaio dei regolamenti europei. Ma c’è di peggio:
l’attualità della guerra ucraina conferma la diagnosi di sudditanza agli USA
dell’Europa, priva di una propria linea politica chiara e autonoma. L’Europa:
un grande continente di circa 448 milioni di abitanti, con un PIL di 14.500
miliardi di euro pieno di cultura, di risorse economiche, di intelligenza, è
totalmente non autonomo e prono agli interessi internazionali di altri; spesso
chiaramente in contrasto con i propri.
COS’E’ WEB3? E’ PER LA NOSTRA LIBERTA’ INDIVIDUALE
COS’E’ WEB3? E’ PER LA NOSTRA
LIBERTA’ INDIVIDUALE
Perché alcune grandi aziende hanno
il possesso e controllano nostri dati? Non avete anche preoccupazione
per il fatto che grande ricchezza viene centralizzata in un piccolo gruppo di
investitori e di individui?
I fautori dell'adozione di
Web3 sostengono che l'attività su Internet debba essere governata da chi la
utilizza, piuttosto che dagli obbiettivi economici e dai pregiudizi, politici e
ideologici, di pochi.
***
Man mano che Internet si è
evoluto, la sua influenza su di noi è stata sempre più profonda; plasmando
tutto: ciò che leggiamo, i prodotti che acquistiamo, l'intrattenimento che
guardiamo e il modo in cui comunichiamo. Sembra sapere tutto di noi: i nostri
gusti, antipatie, amici, abitudini di acquisto e video di gatti preferiti.
Questa conoscenza intima potrebbe essere considerata come buona o come
0kooooooooooooikollpppppppppppppppcattiva. Ti aiuta a scegliere, ma puoi essere
preso di mira con pubblicità di prodotti che non sapevi di volere, e ricevere
suggerimenti di articoli che non sapevi di voler leggere. Questa
personalizzazione può essere comoda ma anche invasiva.
Le preoccupazioni abbondano, poi,
circa chi ha accesso e controlla queste informazioni personali. La grande
tecnologia è sempre più messa sotto accusa per il loro uso e il potenziale
abuso dei dati personali, combinato con la loro grande influenza su Internet
basata sul loro dominio sul mercato. A partire dal 2019, il 43% del traffico
netto totale passa attraverso Google (Alphabet), Amazon, Meta (in precedenza
Facebook), Netflix, Microsoft e Apple. Questo dominio è più acuto all'interno delle
categorie merceologiche principali (es. informatica, turismo, cultura) con
Google che controlla quasi l'87% del mercato globale della ricerca in rete, e
Meta che raggiunge 3,6 miliardi di utenti unici attraverso le sue quattro
piattaforme principali (Facebook, Whatsapp, Messenger e Instagram).
Web3 (o anche Web 3.0) è una
nuova iterazione di Internet che sfrutta la blockchain per
"decentralizzare" la gestione riducendo così il controllo delle
grandi aziende, come Google o Meta, e rendendola più democratica. È
definito da un software open-source; è affidabile (non richiede il supporto di
un intermediario specializzato) e non ha un organo di governo.
Web3 prende il nome dalla terza
iterazione di Internet. La prima iterazione di Internet consisteva in pagine
web statiche di sola lettura; Il Web 2.0 ha aggiunto la capacità di interagire
e produrre contenuti, rendendo possibili attività come i social media, l'online
banking e lo shopping. Il concetto di Web3 esiste da oltre mezzo decennio,
originariamente coniato dal co-fondatore di Ethereum Gavin Wood nel 2014. Ha
guadagnato terreno, tuttavia, nel 2021 con la proliferazione delle tecnologie
blockchain, l'espansione dei mercati NFT, gli investimenti in capitale di
rischio.
Recuperare il potere togliendolo
alle Big Tech
I fautori dell'adozione di Web3
sostengono, quindi, che l'attività su Internet debba essere governata da molti,
piuttosto che dagli obbiettivi economici e dai pregiudizi (ad es. politici o
ideologici) di pochi. L'attuale Internet, Web 2.0, si basa infatti su sistemi e
server di proprietà in gran parte delle grandi aziende tecnologiche sopra
menzionate, sollevando preoccupazioni anche sulla vulnerabilità e sul controllo
del sistema. Dopotutto, perché le grandi
aziende dovrebbero controllare i nostri dati?
In un mondo Web3, invece, le
attività e i dati verrebbero ospitati su una rete di computer che utilizzano
blockchain piuttosto che server aziendali. Internet avrebbe probabilmente lo
stesso aspetto, almeno inizialmente, ma le tue attività su Internet sarebbero
rappresentate un portafoglio crittografico e dai siti Web ospitati tramite
applicazioni decentralizzate (le dapps; vedi appresso), applicazioni digitali
eseguite su una rete blockchain.
La definizione di Web3 può
differire in base alla fonte; tuttavia, alcune funzionalità coerenti saranno
probabilmente incorporate nel sistema, come segue:
Anonima
validazione di identità
Il sign-in
anonimo consentirà un nome utente e un metodo di autenticazione su tutti i siti
Web e gli account, piuttosto che accessi individuali per ciascun sito. Questo login
non richiederebbe di rinunciare al controllo dei dati personali sensibili. Questa
funzione differirebbe dall'attuale login di Facebook o Google, che garantisce
l'accesso ai tuoi dati personali fino a quando non revochi tale accesso. In
Web3 tutti possono vedere le risorse e i dati assegnati a un portafoglio di
dati specifico; ma i portafogli di dati sono anonimi, identificati solo da un
indirizzo, non da un nome, a meno che l'individuo non scelga di assegnare
dettagli personali ai propri portafogli identificativo (nome, cognome, nascita,
education, preferenze, ecc…).
Autogoverno
Insieme alla
distribuzione della proprietà c'è la distribuzione del potere decisionale.
Senza un'autorità centrale che governi, le blockchain fanno affidamento
sull'intera rete per verificare un'attività tramite consenso. Tuttavia, è
possibile stabilire sistemi specifici, come quelli utilizzati nelle
organizzazioni autonome decentralizzate, per democratizzare il processo
decisionale in base alla qualità o al volume dell'investimento di un utente in
un sito o dapp (v. sotto).
Ad esempio, in
base alla loro quota di proprietà di una piattaforma, gli utenti possono votare
le regole che governano un sito (ad esempio cosa classifica come
disinformazione). Queste regole vengono quindi eseguite da contratti
intelligenti.
Proprietà
individuale ed eventuale tokenizzazione
Le attività che
contribuiscono a Web3 sono ricompensate da un token (NFT o fungibile, ad
esempio criptovaluta) per incentivare la partecipazione e distribuire la
proprietà. Ad esempio, quando pubblichi un nuovo messaggio social, un NFT che
rappresenta quel post verrebbe "coniato" (generato) e archiviato come
risorsa in un portafoglio crittografico. Questo token rappresenta la proprietà
del messaggio, che può quindi essere scambiato con altri tramite i loro
portafogli. Se il post è popolare, i ritorni andranno al proprietario del token
piuttosto che alla piattaforma su cui è ospitato.
Le DAPP
Le DApp sono applicazioni simili
alle app tradizionali, con la differenza fondamentale che al posto di
appoggiarsi su server centralizzati sfruttano le piattaforme blockchain e il loro
network distribuito. Le app tradizionali sono molto dipendenti da marketplace
centralizzati come Google Play o l’Apple Store a cui gli sviluppatori devono
pagare fee elevate, soprattutto se vogliono utilizzare pagamenti in-app.
Le DApp invece, sfruttando le funzionalità di pagamento già integrate nella
blockchain, e possono funzionare indipendentemente da marketplace
centralizzati.
Un’ulteriore peculiarità delle
DApp è la gestione dei dati: una app tradizionale richiede i dati dell’utente
per poter accedere ai servizi della stessa (poi gestiti in un database
centralizzato in mano allo sviluppatore della app stessa), nelle DApp l’utente
utilizza il proprio “account” blockchain, ossia le proprie chiavi
crittografiche, evitando così di esplicitare i propri dati personali.
Web3 è nella sua infanzia
Sebbene esistano già diverse dapp
Web3, non esiste un'ampia infrastruttura Web3 come l'attuale Internet. Sono
necessari significativi sforzi di sviluppo, consolidamento e accessibilità
diffusi prima che la visione Web3 sia realizzata.
Ci sono ancora molte
considerazioni per un'adozione diffusa, il che significa che Web3 potrebbe non rivelarsi
all'altezza delle entusiastiche promesse. Rimangono ancora molte domande con
poche risposte: Web3 offrirà davvero la sovranità online? Possiamo veramente educare
e spostare la cultura delle masse per comprendere il Web3?
RIFERIMENTI
OSSERVATORI.NET: DIGITAL
INNOVATION
ETHEREUM.ORG
TECHTARGET.COM
WWW.RD.COM
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Qual è il segreto della vita umana per cui siamo sopravvissuti ed evoluti così a lungo? Una volta uno studente chiese all'antropolog...
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IL SEGRETO DELL’EVOLUZIONE UMANA: UN OSSO ROTTO Qual è il segreto della vita umana per cui siamo sopravvissuti ed evoluti così a lun...