venerdì 11 marzo 2011

UNA SOLUZIONE PER CONTRIBUIRE AD ABBATTERE IL DIGITAL DIVIDE

L’ULL è una valida e immediata soluzione per il digital divide, ma deve essere affrontato e realizzato con metodologie moderne.

Vediamo innanzitutto il problema del DSL:
Con copertura ADSL in Italia si intende la possibilità di collegamento a Internet ad alta velocità mediante la tecnologia ADSL.
Il segnale che arriva alla centrale non giunge però in tutti i borghi, frazioni, etc. del comune “coperto”; arriva solo a una certa distanza dalla centrale che non coincide mai né col confine del comune né col raggio d'azione di una centrale vicina. Per cui quando un comune è coperto non vuol dire necessariamente che sono coperti tutti i suoi abitanti.
Teoricamente la velocità di trasmissione decresce linearmente con la distanza dalla centrale per effetto della diminuzione del SNR a causa dell'attenuazione del segnale utile nel canale: al raddoppiare della distanza dallo stadio di linea (SL), la velocità disponibile si dimezza. Nella realtà accade che il segnale decade (perde qualità) ancora più rapidamente a causa anche delle interferenze dei cavi vicini (near-end crosstalk o diafonia) nell'ultimo miglio (problema dell'ultimo miglio).
Tenuto conto che quasi sempre un comune corrisponde ad una centrale, servirebbe che la popolazione abitasse all'interno di un cerchio di raggio pari a 7 km per definirsi ancora banda larga..
Inoltre, la disponibilità di ADSL richiede l'installazione di vari apparati (es. DSLAM) e la rimozione di altri che sono invece di impedimento, posti vent'anni fa quando la tecnologia era già commercializzata all'estero, mentre lo è da soli 10 anni in Italia. A questi apparati si aggiunge la necessità della fibra ottica a partire dalla prima centrale (Stadio di Linea) fino alla centrale Telecom (Stadio di Gruppo) per raccogliere su di sé tutte le bande larghe dei doppini dei vari utenti.
A questi vincoli tecnici, uguali per tutti gli operatori, se ne aggiunge uno di natura economica che dipende dalle scelte commerciali dell'operatore ISP e richiede un minimo di utenze collegabili in centrale per coprire almeno i costi di investimento iniziale dell'opera. Nel caso di Telecom tale vincolo sulla densità abitativa è più stringente e prevale sul primo vincolo tecnico. Infatti vengono coperti prima i comuni con una densità di popolazione maggiore rispetto a quelli con densità minore.
Molte centrali telefoniche non dispongono quindi di collegamento ADSL a causa di apparati quali MUX ed UCR, posti dalla vecchia SIP vent'anni fa, e che dovrebbero essere rimossi a favore dei DSLAM, oppure per la mancanza di un collegamento in fibra ottica ad una centrale vicina all'interno di una rete di centrali collegati in fibra fino al centro Telecom più vicino.
Queste ad oggi rappresentano le principali cause del cosiddetto digital divide, che rendono difficile l'ammodernamento della rete di telecomunicazioni esistente e la necessità di bypassarla con una rete nuova .
L’ULL
Sebbene in Italia i cavi telefonici siano per la maggior parte di proprietà di un singolo operatore telefonico (Telecom Italia Rete), essi possono essere utilizzati per fornire servizi anche da altri operatori, dietro pagamento, da parte dell'operatore, di una quota di nolo per i cavi stessi.
Quando si effettua l'ULL, i cavi presi in "affitto" vengono disconnessi dalle centrali telefoniche dell'operatore proprietario e connessi a quelle del nuovo operatore, che diventa in tutto e per tutto responsabile per i servizi di telefonia resi al cliente.
Una possibile soluzione al Digital Divide, quindi, è quella di fornire servizi “scollegando” i cavi di Telecom Italia e farseli assegnare, da TI, secondo un contratto ULL, in quelle centrali dove TI non desidera fare gli investimenti su DSLAM piu’ moderni; collocando i propri apparati in affitto presso la stessa centrale di TI. Collegare quindi un moderno DSLAM e fornire il servizio. In questo modo tutti gli abitanti di un comune che posseggono un collegamento telefonico fisso, possono aver accesso a servizi a larga banda.
L’ovvia domanda e’: ma è conveniente per un operatore (o un Comune) che desideri fare l’investimento ? La risposta oggi è affermativa e si dimostra che chi desideri fare gli investimenti relativi (in verità molto bassi) può avere margini che variano da 180 €/mese per una media azienda, a 600 €/mese per una grande azienda.
Oltre a ciò, si dà una accelerata all’abbattimento del Digital Divide: anche se non tutti i comuni sono “papabili” per questa evoluzione, lo sono una gran parte di quelli che non hanno accesso a banda larga. Unico rischio è la mancanza in loco di una “sala Telecom” o che sia inadeguata; ma ciò è rarissimo.

NEAR FIELD COMMUNICATIONS (NFC)

NEAR FIELD COMMUNICATIONS (NFC)

Forget keys, purse, wallet or travel cards, eventually smartphones will be the means of paying for small value goods and services including ticketing. Mobiles will be the gateway to a raft of new contactless services from personal advertising, to coupons and information downloaded from chips embedded in advertisements or posters, to access to cars, offices or houses authenticating users in the process.

That at least is the vision of the future albeit one which may take time to realise. It came a step closer at Mobile World Congress where major phone manufacturers announced new Near Field Communication (NFC) enabled mobiles devices and operators followed with promises of trials and deployments throughout Europe.

It is still early days but when Google’s CEO comments people notice. Seeing gold in marrying targeted advertising based on previous buying habits with location and mobile payment, Google added NFC to its latest Android platform Gingerbread and launched marketing services in the US.

Right now NFC is not a European story.
Gartner estimates Asia, Eastern Europe, the Middle East and Africa together lead the world in mobile payment adoption accounting for 81% of global transactions and 69% of value in 2014. Of the total worldwide market of 320 million NFC transactions in 2010, Asia accounted for 300 million mostly in Japan where approximately one million contactless terminals are deployed in retail outlets, trains and subways. “Yet,” says Sandy Shen, research director, Gartner: “although contactless payments are deployed widely, there is not very strong service uptake – two transactions per user per month. NFC phone penetration is over 50% but people are not using it perhaps because they prefer cash. The NFC value add is not that obvious because in developed markets there are many options for paying.” The situation is vastly different in East Africa where Safricom’s successful M-Pesa service allows people without access to banks to transfer money by SMS safely and securely.

But NFC has the potential to support a lot more than just mobile payments opening up a host of new revenue generating applications. “Phones will be used to read smart tags and to download coupons, for ticketing and transport and NFC will have an impact on retail promotions and healthcare or access to buildings and secure areas. These applications will have faster take-up than payments in developed economies,” continues Shen.

Already you can just touch a phone to an enabled advertisement or poster and product or timetable information is automatically downloaded to the phone. Combining already knowing where people are with information about their individual shopping preferences and interests, SMS alerts can be sent to passersby with information about sales of relevant goods.

However for NFC to become a truly mass market technology supporting a host of location based advertising, applications and access requires common standards and collaboration between all players and existing ecosystems.

Pundits predict it will be two to three years before widespread take up but when it does happen it has the potential of opening up a whole new world putting mobiles at the heart of everything we do.

FRANCIA: dopo il Rapporto McKinsey, gli operatori internet incontrano il Ministro Besson e chiedono un Piano urgente a sostegno dell’economia digitale

Besson risponde; citando i finanziamenti fatti e riconfermando la propria posizione per cui gli operatori di internet, soprattutto americani (es. Google), devono partecipare al finanziamento delle reti NGN.I player di internet hanno chiesto al governo francese “misure concrete” e piano strategico per questo settore che nel 2010 ha contribuito notevolmente sulla crescita economica del Paese.

All’appuntamento con il ministro dell’Economia, Eric Besson, sono arrivati ben determinati, forti anche dei risultati dell’ultimo Report di McKinsey, finanziato in gran parte da Google (non a caso), secondo il quale la filiera internet ha dato lavoro a 700 mila persone in 15 anni e contribuito con 72 miliardi di euro al PIL della Francia, vale a dire al 25% del suo sviluppo .

All’incontro erano presenti, tra gli altri, Aufeminin.com, PriceMinister e anche la start-up pecheur.com. L’attenzione s’è concentrata sull’impegno della politica a considerare maggiormente l’Information Technology.
Benoît Tabaka, segretario generale dell’Associazione dei servizi internet comunitari, ha commentato che per troppo tempo le istituzioni hanno avuto un atteggiamento di ‘sfiducia’ nei confronti del digitale, considerandolo solo come settore da regolamentare per contrastare il downloading illegale, il furto di identità o l’evasione fiscale con la cosiddetta Google Tax sulla pubblicità online.
“Ma non vi è mai stato un Disegno di legge a sostegno del digitale, di cui in realtà avremmo davvero bisogno”, ha ribadito Tabaka, lamentando che tra i politici c’è scarsa conoscenza di come funziona il settore e dei suoi modelli economici.

La Francia è infatti 17esima, su 34 Paesi, nella classifica dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) in materia di ‘connettività internet’, molto dietro alla Gran Bretagna (4a) e alla Germania (13a).
Per McKinsey, esistono ancora “margini di miglioramento” per far fruttare al massimo le potenzialità dell’economia digitale come, per esempio, sta avvenendo negli Stati Uniti o in Giappone. Le prospettive di crescita sono ottime e McKinsey stima un aumento del PIL francese legato a internet del 13% l’anno per arrivare a 129 miliardi di euro nel 2015, vale a dire circa il 5,5% del PIL.
Ma è necessario che la Francia avvii un’autentica politica di sviluppo del digitale, per superare le lentezze dovute a uno scarso uso della rete da parte delle PMI ma anche della Pubblica amministrazione.

I player di internet hanno quindi chiesto, questa volta con determinazione, che lo Stato adotti ‘misure concrete’ e preveda delle priorità negli investimenti di breve e lungo periodo. E poi hanno domandato ai privati di sostenere l’innovazione, incoraggiare la concorrenza, formare la popolazione e le aziende sulle nuove tecnologie.

Perché non c’è una Silicon Valley in Europa?
Perché gli ingegneri europei, che sono tra i migliori del mondo, vanno a lavorare in America?

Nell’incontro il Ministro Besson ha risposto a queste domande, dettagliando le sovvenzioni concesse alle PMI attive nel settore, gli sforzi intrapresi per formare il personale, e ricordato che 2,5 miliardi di euro della spesa pubblica sono dedicati al digitale. Ma non ha ammorbidito la propria posizione, quella che irrita maggiormente gli attori del settore internet, sulla necessità che gli operatori di rete, specie le grandi aziende americane come Google, debbano partecipare al finanziamento reti NGN accanto alle telcos, che lamentano i ‘costi’ esponenziali legati all’esplosione del traffico web.

(da Key4Biz)

giovedì 10 marzo 2011

UN ESEMPIO DI CLOUD DAL MINISTERO PER L'EDUCAZIONE ARGENTINO

With increasing interest amongst operators in using cloud business models to generate new revenues, there is also increasing awareness that a carrier’s cloud partner needs to have the resources to provide managed, hosted and flexible cloud services across the IT and communications domains.

One example of how NEC's cloud capabilities address those needs can be found in Argentina, where NEC has delivered a cloud solution for the Ministry of Education in San Juan. This implementation transformed a convoluted and inconsistent system that could not meet the needs of its users into an end-to-end network solution for 400 workstations in 192 schools and administrative offices.
Faced with a failing system, the Ministry required a voice and data network to connect its main office with 192 schools. Improving security was also a priority for the Ministry. They wanted to integrate biometric access control to secure data processing and development areas

Utilizing desktop virtualization and IP telephony - all based in a secure data centre - NEC’s solution now provides users quick and easy access to Internet, email, file sharing via Web portals, and a Voice over Internet Protocol (VoIP) telephony service.


This secure cloud solution, customized for the Ministry of Education, delivers the security and cost-savings of DaaS (Desktop as a Service), SaaS (Software as a Service) and PaaS (Platform as a Service) methodologies through the data center. Each school is networked with the Ministry of Education and its management offices via NEC's UNIVERGE SV8500 Communications Server, an open standards application server that can support voice, unified communications and mobility solutions for tens of thousands of users.

The desktop virtualization solution improves the performance and maintenance of PCs, while lowering the cost of ownership. Better integration and mobility of work is possible with the virtual workstations.

Currently, the Ministry of Education is extending the voice and data network to incorporate approximately 350 other schools. This project expansion will integrate thin clients and telephones for the rest of schools of the province.

giovedì 3 marzo 2011

START UP: 1 milione di Euro dalla Camera di Commercio di Milano

Finanziamento in servizi per startup e innovazione per 1 milione di Euro dalla Camera di Commercio di Milano
Anche nel 2011 si rinnova l’appuntamento con Search&Develop, l’iniziativa di Innovhub, Azienda speciale per l’innovazione della Camera di Commercio di Milano, dedicata all’innovazione delle PMI milanesi.

È ormai consuetudine di Innovhub aprire le porte, tramite un invito a presentare proposte di servizi nelle aree di seguito specificate, alle esperienze e competenze esterne per cercare soluzioni nuove e fornire servizi, prodotti e strumenti ad elevato valore aggiunto a favore delle PMI, destinatarie finali dell’intervento.

La finalità è duplice: da un lato individuare le aree di intervento utili alle PMI, avvicinando le stesse a servizi ad alto valore aggiunto, dall’altro abbattere il costo del servizio sostenendone circa il 55% del totale.

Grazie alle precedenti 3 edizioni sono stati selezionati 30 servizi quali: valorizzazione della ricerca, innovazione dei settori tradizionali, promozione di attività di diffusione della cultura dell’innovazione, open innovation, nuove metodologie di trasferimento tecnologico, eco-innovation, venture contest e supporto alle start-up, supporto alla presentazione e gestione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, supporto alle PMI per la partecipazione a gare di appalto internazionali.

Tali servizi sono stati forniti a circa 160 imprese con quasi 1,5 milioni di euro dedicati, per un costo medio del servizio di 9.200 €. Numeri destinati ad aumentare grazie alle terza edizione ancora in corso. Per la quarta sarà stanziato 1 milione di euro, attraverso cui si stima che verranno erogati servizi ad almeno 100 imprese.

mercoledì 2 marzo 2011

Principi della teoria quantistica

Mi piacerebbe riportare tutta l’esposizione della teoria quantistica esposta da Tiziano Cantalupi, che la definisce “la più grande rivoluzione scientifica di tutti i tempi”, ma sarebbe troppo lungo e poi ognuno potrebbe cercarsela su internet.
Possiamo riassumere la teoria quantistica in quattro assiomi fondamentali:

- Non esiste una realtà obiettiva della materia, ma solo una realtà di volta in volta creata dalle "osservazioni" dell’uomo.
- Le dinamiche fondamentali del micromondo sono caratterizzate dall'acausalità.
- E’ possibile che, in determinate condizioni, la materia possa "comunicare a distanza" o possa "scaturire" dal nulla.
- Lo stato oggettivo della materia, è caratterizzato da una sovrapposizione di più stati.
Si può inoltre leggere:
l’universo non può più essere considerato una mera collezione di oggetti, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante, nei quali nessun componente ha realtà indipendente dal tutto.
E ancora:
"Tra due particelle [correlate] che si allontanano l'una all'altra nello spazio, esiste una forma di azione-comunicazione permanente. [...] Anche se due fotoni si trovassero su due diverse galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente ..."
E ancora:
Una delle principali peculiarità della meccanica quantistica è data dal fatto che in essa lo stato e l'evoluzione di un sistema fisico vengano descritti in maniera intrinsecamente probabilistica. Spesso si ricorre ad una visualizzazione del comportamento di una particella in termini di "funzione d'onda" o "onda di probabilità". Nei casi più generali, tuttavia, a una tale visione "pittorica" si può dover sostituire una descrizione ancora più "astratta", in cui la fase complessa oscillante (l'"onda di probabilità") è associata a grandezze, come lo spin, senza un equivalente classico, come invece sono la posizione e il momento che caratterizzano l'usuale funzione d'onda.
E ancora:
La natura assolutamente nuova della probabilità che la meccanica quantistica è costretta ad introdurre si rende evidente nella differenza fra una miscela statistica, corrispondente al concetto classico di probabilità, e una sovrapposizione coerente. Uno degli effetti più famosi che questo nuovo concetto di probabilità racchiude è dato dal cosiddetto principio di indeterminazione di Heisenberg: esistono coppie di variabili (dette tra loro non compatibili), come posizione e impulso di una particella, il cui valore non può essere neanche in linea di principio conosciuto simultaneamente con precisione arbitraria, indipendentemente dall'accuratezza sperimentale con cui vengono effettuate le misure. In generale, le coppie di grandezze che in meccanica quantistica risultano non compatibili corrispondono proprio alle coppie di variabili coniugate che in meccanica classica permettevano di predire, attraverso le equazioni del moto, lo stato futuro del sistema con precisione arbitrara. Il carattere probabilistico della meccanica quantistica, cioè, permea questa nuova teoria sin dalle sue fondamenta.
E ancora:
In meccanica classica, lo stato di una particella viene definito attraverso il valore esatto delle due quantità osservabili posizione e impulso (variabili canoniche); in meccanica quantistica, invece, lo stato di una particella è descritto (nella rappresentazione di Schroedinger) da una funzione d'onda. Essa non ha un proprio significato fisico, mentre lo ha il suo modulo quadro, che fornisce la distribuzione di probabilità della osservabile posizione: per ogni punto dello spazio, assegna la probabilità di trovare la particella in quel punto, quando si misura la sua posizione. Il significato di questa probabilità può essere interpretato come segue: avendo a disposizione infiniti sistemi identici, effettuando la stessa misura su tutti i sistemi contemporaneamente, la distribuzione dei valori ottenuti è proprio il modulo quadro della funzione d'onda. Similmente, il modulo quadro della trasformata di Fourier della funzione d'onda fornisce la distribuzione di probabilità dell'impulso della particella stessa.
E ancora:
Alcune funzioni d'onda descrivono distribuzioni di probabilità che sono costanti nel tempo. Molti sistemi trattati in meccanica classica possono essere descritti da queste onde stazionarie. Ad esempio, un elettrone in un atomo non eccitato è descritto classicamente come una particella che ruota attorno al nucleo dell'atomo, mentre in Meccanica quantistica essa è descritta da un'onda stazionaria che presenta una determinata funzione di distribuzione dotata di simmetria sferica rispetto al nucleo. Questa intuizione è alla base del modello atomico di Bohr
E ancora:
Secondo questa interpretazione, quando viene effettuata una misura di un'osservabile, la parte di funzione d'onda pertinente a quell'osservabile "collassa", (vedi collasso della funzione d'onda), portando ad una funzione d'onda che fornisce la massima probabilità (evento certo) al valore ottenuto in quella misura, che viene chiamata autofunzione dell'osservabile misurato
E ancora:
Il principio di indeterminazione di Heisenberg porta inoltre al concetto di osservabili incompatibili: si tratta di coppie di osservabili in cui la conoscenza completa di una delle due porta alla completa mancanza di conoscenza sull'altra. Nel caso precedente, una misura di posizione porta alla completa ignoranza sulla velocità. Allo stesso modo sono incompatibili l'energia e l'intervallo di tempo nel quale tale energia è scambiata. Detto in altre parole, il collasso della funzione d'onda associata ad un'osservabile, porta ad una funzione di distribuzione uniforme, su tutto il dominio di definizione, per l'osservabile ad essa coniugata.
Non voglio proseguire per non stancare i lettori.
Dirò solo che Einstein era un acerrimo nemico della dinamica quantistica tanto da giungere a dire:
“Trovo assolutamente intollerabile l'idea che un elettrone esposto a radiazione scelga di sua spontanea volontà non soltanto il momento di "saltare", ma anche la direzione del "salto". In questo caso preferirei fare il croupier di casinò piuttosto che il fisico.”

Inolre Einstein non accettava inoltre l'assunto della meccanica quantistica in base al quale qualcosa esiste solo se viene osservato. Einstein sosteneva che la realtà (fatta di materia, radiazione, ecc...) sia un elemento oggettivo, che esiste indipendentemente dalla presenza o meno di un osservatore e indipendentemente dalle interazioni che può avere con altra materia o radiazione. Bohr al contrario sosteneva che la realtà (dal punto di vista del fisico, chiaramente) esiste o si manifesta solo nel momento in cui viene osservata anche perché, faceva notare, non esiste neanche in linea di principio un metodo atto a stabilire se qualcosa esiste mentre non viene osservato. È rimasta famosa, tra i lunghi e accesi dibattiti che videro protagonisti proprio Einstein e Bohr, la domanda di Einstein rivolta proprio a Bohr "Allora lei sostiene che la luna non esiste quando nessuno la osserva?". Bohr rispose che la domanda non poteva essere posta perché concettualmente priva di risposta.

Quello che io personalmente penso:

"Tutto l'effimero non è che un simbolo"
Goethe

(DA FOCUS)

martedì 1 marzo 2011

INNOVAZIONE PER L'ITALIA

LA GLOBALIZZAZIONE PARREBBE AVERE IMPIETOSAMENTE MESSO A NUDO, IN ITALIA, LA CARENZA DI INFRASTRUTTURE CHE CONSENTIREBBERO AL NOSTRO PAESE DI FARE UN SALTO DI QUALITA’ E DI COMPETERE NEI SETTORI NON SOLO DEL MADE IN ITALY, MA ANCHE DELL’HI-TECH. E’ opinione comune, infatti, che vi sia in Italia una carenza di strutture tecnologiche; carenza che si sviluppa a macchia di leopardo sul territorio, dando nome al cosiddetto Digital Divide.
SE ANDIAMO PERO’ AD ANALIZZARE LE RISPOSTE DELLE AZIENDE ITALIANE, SOPRATTUTTO PMI, ALLE DOMANDE RELATIVE ALLE NECESSITA’ DI SISTEMI INNOVATIVI, TROVIAMO SPESSO IL VUOTO. TROVIAMO SPESSO NON SOLO IGNORANZA, MA SCARSA INFORMAZIONE SU CIO’ CHE E’ DISPONIBILE E DI CIO’ CHE SAREBBE NECESSARIO, IN AZIENDA, IN TERMINI D’INNOVAZIONE, PER AUMENTARE LA COMPETITIVITA’. LE AZIENDE PARE CHE DICANO DI NON AVER BISOGNO DI INNOVAZIONE.

Ciò che è più grave è che spesso i prodotti e le metodologie innovative in Italia esistono, anche prodotte nel nostro paese, ma non trovano un mercato sufficiente; spesso per mancanza dei giusti investimenti, ma talvolta per una visione povera di marketing e di planning e per una scarsa capacità di individuare i giusti canali di vendita.
COSA POSSIAMO FARE ?
Possiamo individuare i casi di eccellenza e studiarli, non solo quelli italiani.
Possiamo aiutare le nostre aziende a capire l’innovazione e ad introdurla nei loro processi
Possiamo individuare i prodotti innovativi italiani e capire se e come è possibile meglio promuoverli, in Italia e, eventualmente, all’estero.
Possiamo capire quali sono gli investimenti disponibili e rendere questi prodotti, queste aziende attraenti per essi.
Dobbiamo sensibilizzare le funzioni pubbliche a questi temi


CHIEDO IL VOSTRO CONTRIBUTO, sia in termini di idee che in termini di casi aziendali e prodotti specifici.

mercoledì 16 febbraio 2011

GLI OPERATORI MOBILI ANNUSANO LA FIBRA

MOBILE OPERATORS: WAKE UP AND SMELL THE FIBRE

Friday, 11 February 2011 14:16

Operators must position mobile broadband as a complement to fixed, not as a substitute, according to a new report. By Heather McLean
Mobile broadband operators in markets with developed fixed broadband infrastructure should prepare for a decline in market growth. Recent research from Analysys Mason’s Connected Consumer survey indicates that interest in mobile broadband among non-subscribers declined slightly in all markets between 2009 and 2010, and subscriptions to mobile broadband are unlikely to grow at the same high level during the next year as they did in previous years.
Attempts to sell mobile broadband as a substitute for fixed are likely to fail, the report states, as there is a strong perception among consumers that mobile broadband is not as fast, more unreliable and more pricey than fixed broadband.
Over 70% of those expressing an opinion in the survey agreed with statements that mobile broadband was slower, less reliable and more expensive than fixed.
The differences between the two will become increasingly apparent as fixed operators deploy more fibre and double-digit megabit-per-second speeds, which most mobile networks will struggle to offer, become more common and more-commonly used, said Martin Scott, senior analyst for the survey of 6,000 European and US telecoms and media consumers.
Scott added: “The positive message for service providers here is that customers in developed markets have realistic expectations for mobile broadband, which means they are not taking it to be a direct equivalent to fixed broadband; if they were, they would likely be disappointed.
“Our research found that about 84% of mobile broadband subscribers also have a fixed broadband connection, and there is little evidence that these subscribers will drop their fixed line contracts; only 10% of those with both fixed and mobile broadband services stated that they intend to drop the fixed service,” he commented.
Mobile broadband also struggles to compete as a substitute for fixed because customers are increasingly happy with their fixed broadband service, said Scott, and those who have the greatest desire for mobile broadband and are the most willing to pay for it have already got it.
Of respondents who said they weren’t interested in mobile broadband, 72% said it was because they are happy with their fixed service, which is up from 65% last year. Scott noted: “The only way for operators to tap into this section of the market is to promote mobile broadband as a complementary service to fixed broadband, not as a substitute.”
Analysys Mason reckons that mobile operators’ best strategy to slow the decline in mobile broadband take-up is to emphasise the unique selling point of mobile broadband - mobility - and to quash all dreams of broadband domination.
Scott said mobility is the easiest method for selling mobile broadband into a customer base that is used to the benefits of fixed broadband. The study showed that 66% of non-mobile broadband subscribers consider it a key factor in motivating them to buy the service, ahead of price, convenience and other perks such as cheaper service bundles and access to premium content.
This is positive news for mobile operators, as potential motivations, such as network improvements and price reductions, hit operators’ pockets, whereas mobile broadband’s inherent mobility does not. Scott concluded: “Network improvements are costly to implement and, given the cost pressure on mobile broadband, it is unlikely that operators will reduce prices any further.”

venerdì 14 gennaio 2011

Fibra ottica: l'Italia tra i maggiori mercati europei con 2,5 milioni di abitazioni cablate e 348 mila abbonati

Il nostro Paese, nonostante i ritardi e le polemiche che circondano lo sviluppo rete internet di nuova generazione (NGN), risulta uno dei maggiori mercati d'Europa in termini di cablaggio e adozione della fibra ottica. Lo confermano i dati preliminari rivelati oggi da FTTH (Fiber to the Home) Council Europe, secondo cui a fine dicembre 2010, sono oltre 2,5 milioni le abitazioni cablate e 348 mila gli abbonati che utilizzano la fibra ottica.

I dati, raccolti per FTTH Council Europe su base semestrale dalla società di ricerche IDATE, mostrano che il numero di abbonati in fibra ottica in Italia è all’incirca il 13,7% del totale del numero delle abitazioni cablate. La situazione è destinata a migliorare notevolmente se il progetto "Fibra per l'Italia" sarà portato avanti. Tale progetto, lanciato congiuntamente da Fastweb, Vodafone e Wind, punta diffondere la fibra ottica raggiungendo 20 milioni di persone nelle 15 più grandi città d’Italia entro il 2015. L’iniziativa è partita come progetto pilota a Luglio 2010, nel quartiere residenziale di Collina Fleming a Roma e ha coinvolto 7000 abitazioni.
Telecom Italia ha annunciato che collegherà 138 città con la fibra ottica entro la fine del 2018, mentre sette operatori italiani, compresa la stessa Telecom Italia, hanno recentemente annunciato un protocollo d'intesa con l'intenzione di creare un’infrastruttura nazionale in fibra per l’accesso aperto nelle aree che nessun operatore ha ancora cablato.




FTTH Conference - il più grande evento dedicato alla fibra ottica nel mondo - si svolgerà presso il Centro Congressi della Fiera di Milano, il 9 e 10 febbraio 2011 e avrà come tema la "Creazione di un futuro più luminoso". L'evento metterà in evidenza i molteplici modi in cui la fibra ottica può creare vantaggi sociali, economici e ambientali.

(da "Key4Biz 14.1.2011)

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