COME LA CULTURA DELL’ARTE PUO’
INSEGNARE LA CREATIVITÀ SCIENTIFICA
Anche se la creatività è
apprezzata nelle scienze, non è istituzionalmente promossa nella stessa misura
in cui lo è nelle arti. Esaminare la
creatività scientifica attraverso la lente della pratica artistica può
consentire quindi l'identificazione di un percorso verso un ambiente che
valorizzi esplicitamente e promuova la creatività nella scienza.
L'arte è scienza, non si improvvisa e non si accontenta di
qualunquistiche e superficiali approssimazioni, anzi richiede un duro e
sistematico lavoro
(Leonardo
Da Vinci)
***
Per molto tempo, la scienza è
stata associata alla scoperta di ciò che già esiste piuttosto che alla
creazione effettiva (1). Ed è significativo che la parola
"creatività" sia apparsa solo circa cento anni fa e per la maggior
parte sia rimasta nel regno della produzione artistica, nonostante la stretta
relazione tra arte e scienza notata anche da molti scienziati contemporanei (2).
Sia le arti che le scienze si
basano infatti su una base di padronanza di metodi e strumenti concettuali che
richiedono familiarità con regole e leggi, per poterle applicare. Come un
artista figurativo debba comprendere e affrontare storie di questioni visive,
culturali, concettuali e sociali del passato e del presente, e affrontare le
leggi e le abilità fondamentali che governano la concezione, la produzione e la
ricezione dell'arte visiva; similmente lo scienziato deve avere una conoscenza
di base, ad esempio, di metodi statistici, o di reazioni chimiche. Sia
l'artista che lo scienziato devono quindi sintetizzare la loro attitudine con
metodo; e questo al di là della semplice arte o scienza. Diceva Bernardo de
Chartres che l’uomo è un nano seduto sulle spalle di un gigante; volendo
significare che, nella nostra ricerca culturale di oggi, ci affidiamo comunque
alle conoscenze del passato; però, ovviamente, fare affidamento solo sul
passato, o, addirittura, sull'imitazione, non fa diventare creativi. Infatti,
semplicemente, copiare ciò che è stato fatto prima, senza arrivare a nuove
intuizioni, non è né creativo, né evolutivo. Si potrebbe obiettare che ciò non
costituirebbe nemmeno praticare l'arte o la scienza.
Un buon esempio è Goethe; anche
se è conosciuto oggi principalmente come autore letterario, ha condotto scienza
di base per tutta la vita, e si è considerato tanto uno scienziato, quanto un
romanziere. Goethe formulo’ la sua teoria dei colori, contrastando l’idea di
Newton che i colori fossero gia’ nella luce e il prisma ottico li evidenzi per
rifrazione. Meticolosi esperimenti lo condussero a formulare che i colori
nascono dall’azione di due Entita’ distinte e, per loro natura, invisibili: la
LUCE e la TENEBRA. L’azione della Tenebra sulla Luce, ottenebrandola sempre
piu’, genera il Giallo, l’Arancione e il Rosso. L’azione della luce sulla
Tenebra produce in essa un graduale rischiaramento, generando il Viola, il Blu
e l’Azzurro.Nessun Verde si forma naturalmente al prisma, se non sovrapponendo
la banda gialla con quella azzurra. A questo incontro nel verde Goethe aggiunse
l’altro possibile, nato dalla sovrapposizione del Viola col Rosso, da cui nasce
il colore porpora, sconosciuto a Newton e anch’esso non scomposto dal prisma
(e’ pero’ presente nello spettro di alcuni arcobaleni).
Comune nell'arte è la capacità di
creare associazioni tra, o fondere, parti disparate di conoscenza e di prove
sperimentali. Questa è chiamata l'arte della percezione intelligente, ed è
raramente praticata nelle scienze della natura. Questo è un aspetto critico per
il nascere di una scintilla creativa nella scienza. (3).
E’ vero che la probabilità di
creatività nella scienza dipende in una certa misura dall'attitudine personale,
nonché da conoscenze e abilità acquisite con importanti intuizioni che abbiano
portato lo scienziato ad appropriarsi di indagine creativa e sviluppare il
potenziale creativo durante una carriera; tuttavia questi attributi non sono
sufficientemente valorizzati dall'amministrazione scientifica; in altre parole:
l'esplicito nutrimento della creatività è troppo spesso assente nella ricerca
scientifica.
COS’E’ LA CREATIVITA’
La creatività, è lo sviluppo di idee e concetti originali, ed
è alla base della pratica artistica. Come per l'arte, le scienze richiedono quindi
creatività; e gli individui, così come le istituzioni, devono riconoscere
l'importanza fondamentale della creatività come caratteristica distintiva del
progresso scientifico.
Rendere la creatività una misura
primaria del successo considerandola una metrica valutativa significativa, in parallelo
con il numero di articoli pubblicati, e altre valutazioni, aggiungerebbe
sicuramente un supporto strutturale, e istituzionale, alla creatività nella
scienza. Le scienze della natura potrebbero quindi essere, allora, definite
anche una professione creativa.
IL CASO
Il caso è stato spesso citato
come un fattore importante nella promozione della creatività. L'apparente
"scoperta" casuale della fotografia da parte di Louis Daguerre è il risultato
di una fuoriuscita accidentale di mercurio in un armadietto che conteneva
lastre di rame argentato, che ha rivelato l'immagine latente su una lastra.
Allo stesso modo, nella scienza, Wilhelm Röntgen scoprì i raggi X nel 1895
quando uno schermo trattato chimicamente posto in laboratorio iniziò a brillare
per esposizione a una lampada a catodo schermato; e Alexander Fleming osservò
nel 1928 che lo stafilococco veniva inibito quando una capsula di Petri veniva
lasciata accidentalmente sul banco del laboratorio, portando allo sviluppo di
moderni antibiotici. Ma “consentire” che il caso si verifichi nelle scienze, o
anche promuovere e riconoscere preziosi risultati casuali, è tutt'altro che
banale. Riconoscendo il caso,
Louis Pasteur osservò notoriamente durante una conferenza all'Università di
Lille nel 1854 che "nei campi dell'osservazione, il caso favorisce solo
la mente preparata".
GLI ERRORI
Un approccio euristico nell'arte
prevede molte iterazioni per ottenere la linea giusta nel disegno di un artista.
Egon Schiele disegnava come un maniaco e gettava la maggior parte dei disegni
nel camino se non gli piacevano.
Egon Schiele: “Amanti”
Oggi giudichiamo la sua
creatività dalle superbe opere sopravvissute che sono il risultato di molte
iterazioni di tentativi ed errori. In confronto, di solito ci si aspetta spesso
che gli esperimenti scientifici diano una risposta al primo tentativo senza il
tempo di eseguirne un altro, rendendo tentativi ed errori un processo a lungo
termine nelle scienze. L'errore non è quindi visto come un passaggio intermedio
pratico sufficiente per raggiungere intuizioni scientifiche immediate o
essenziale per raggiungere un obiettivo creativo. La creatività dovrebbe quindi
essere promossa iniziando con esperimenti più brevi e più vari in cui la
stragrande maggioranza potrebbe "fallire", ma gettare le basi per
selezionare il passo successivo più promettente. Modifiche concrete, quindi,
nel modo in cui le scienze sono sostenute, e praticate dal punto di vista
organizzativo, possono includere la considerazione del tempo e dello spazio
assegnati a prove ed errori.
LO SPAZIO MENTALE
Il subconscio o “ispirazione”, il
proverbiale bacio della musa dell'artista, è descritto come il cardine della
creatività artistica. Nella scienza, questo può tradursi nella riflessione
scientifica necessaria per esaminare i dati, abbozzare una proposta o
pianificare un esperimento. Lo spazio mentale o "vuoto" (4) in cui la
creatività scientifica è più forte non è poi così diverso da uno stato mentale
focalizzato contenente elementi irrazionali o intuizione.
Molte proposte sono state fatte
negli ultimi decenni su come promuovere la creatività scientifico/tecnologica
per l'innovazione industriale e professionale; esse includono metodi
istituzionali e individuali; come: formazione; interazioni regolari tra
scienziati per criticare processi e risultati; costruzione di spazi comuni, che
promuovano incontri casuali tra discipline, con settori non accademici e con
artisti. E che consentano allo spazio mentale di generare la scintilla
creativa.
RIFERIMENTI
(1) Barasch
M (1985) Theories of art. New York University Press, New York
(2) Root-Bernstein
R, Allen L, Beach L, Bhadula R, Fast J, Hosey C et al. (2008) Arts foster
scientific success: avocations of Nobel, National Academy, Royal Society, and
Sigma Xi Members. J Psychol Sci Technol 1:51–63
(3) Bohm
D (1976) The range of imagination. In: Sugerman S (ed.) Evolution of
consciousness, studies in polarity. Wesleyan University Press, Middletown, p
51–68
(4) Scheffer
M, Baas M, Bjordam T (2017) Teaching originality? Common habits behind creative
production in science and arts. Ec
(5) NATURE:
“Imparare la creatività scientifica”