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Visualizzazione dei post da settembre, 2025

L’amore per la Russia che porta alla morte

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    di  Achille De Tommaso   Ma non parlo qui di geopolitica, ma di Sergej Esenin: la voce struggente dell’anima russa. Chi mi legge sa quanto profonda sia la mia passione per la letteratura russa. Non si tratta solo di un amore per le grandi narrazioni dostoevskijane o per l’anima tormentata di Tolstoj, ma di un’attrazione per quella scrittura che scava nel cuore dell’uomo, che sa trasformare la steppa in un respiro e l’anima in canto. Eppure, tra i tanti nomi noti al pubblico italiano, ce n’è uno che troppo spesso resta nell’ombra, o si affaccia appena con qualche citazione struggente sui social:  Sergej Esenin. Esenin fu, ed è, il poeta più amato dal popolo russo. Non il più studiato nelle università, né il più osannato nei circoli letterari d’élite, ma colui che seppe dare voce al dolore e alla bellezza, al vino (anche se avrebbe preferito la vodka…) e alla nostalgia, all’anima contadina e alla spiritualità smarrita di un’intera nazione in trasformazione. Il...

I tre tempi e l’ombra della guerra ucraina

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    di  Achille De Tommaso   I Greci antichi sapevano che il tempo non è unico. Per loro il tempo aveva tre volti, tre respiri, tre destini: Chronos, Kairos e Aion. Tre figure che non appartengono al passato, ma che tornano a parlarci quando l’umanità si trova davanti ai suoi crocevia. E oggi, nel cuore della guerra d’Ucraina, queste figure riemergono con forza. *** Chronos – il tempo che divora La guerra appartiene anzitutto a Chronos. È il tempo che conta i giorni, le settimane, gli anni. È il tempo delle cronache e dei bollettini, dei droni, dei missili, della logorante attesa di un esito di pace che non arriva. Ogni mese che scorre divora vite, economie, speranze. Chronos misura, ma non consola. Sotto il suo regno, la guerra diventa un’abitudine di telegiornale, diventa routine: un orologio che batte sempre la stessa ora, una clessidra che non si capovolge mai. Chi vive soltanto in Chronos, assiste al lento invecchiare di un continente che si trascina nel pe...

Migranti: l’invasione cinese dell’Africa

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  di  Achille De Tommaso   Quando gli esseri umani avranno riempito la Terra, devastato le sue risorse naturali, resa l’aria irrespirabile per l’inquinamento, cercheranno un altro pianeta per insediarsi. Manderanno prima navicelle di esplorazione, con pochi esploratori; insedieranno i primi coloni e cominceranno a preparare le strutture per il grosso della popolazione. E poi, quando tutto sarà pronto, partiranno in massa. Se avranno la fortuna di trovare degli indigeni deboli, potranno sottometterli. Forse questo accadrà fra qualche migliaio di anni; ma la Cina pare lo stia già facendo oggi: verso l’Africa. Ma l’idea è relativamente remota: il 5 giugno 1873, in una lettera al The Times,  Sir Francis Galton ,  cugino di Charles Darwin , ma anche importante esploratore africano, illustrò un coraggioso (coraggioso per l'epoca, oggi lo considereremmo assolutamente barbaro e offensivo)  nuovo metodo per 'domare' e colonizzare quello che allora era conosciuto com...