L’amore per la Russia che porta alla morte
di Achille De Tommaso Ma non parlo qui di geopolitica, ma di Sergej Esenin: la voce struggente dell’anima russa. Chi mi legge sa quanto profonda sia la mia passione per la letteratura russa. Non si tratta solo di un amore per le grandi narrazioni dostoevskijane o per l’anima tormentata di Tolstoj, ma di un’attrazione per quella scrittura che scava nel cuore dell’uomo, che sa trasformare la steppa in un respiro e l’anima in canto. Eppure, tra i tanti nomi noti al pubblico italiano, ce n’è uno che troppo spesso resta nell’ombra, o si affaccia appena con qualche citazione struggente sui social: Sergej Esenin. Esenin fu, ed è, il poeta più amato dal popolo russo. Non il più studiato nelle università, né il più osannato nei circoli letterari d’élite, ma colui che seppe dare voce al dolore e alla bellezza, al vino (anche se avrebbe preferito la vodka…) e alla nostalgia, all’anima contadina e alla spiritualità smarrita di un’intera nazione in trasformazione. Il...