venerdì 24 febbraio 2017

Superintelligenze aliene: un rischio per l’umanità di Achille De Tommaso - 24/02/2017 15:27:39




SECONDO LA NASA È MOLTO PROBABILE CHE VIVIAMO IN UN MONDO SIMULATO DA SUPERINTELLIGENZE ALIENE. E CIO’ RAPPRESENTA UN FORTE RISCHIO PER L’UMANITA’.


Sì, non è un racconto di fantascienza: da anni, abbastanza zitti zitti, alcuni scienziati stanno valutando il fatto che sia molto verosimile che il mondo in cui viviamo non sia reale, ma virtuale; cioè che il nostro universo non sia altro che una simulazione. Le evidenze di questo fatto scioccante sono parecchie, e sono state in realtà presentate già anni fa in alcuni consessi scientifici; considerate allora ipotesi interessanti, ma remote. A mio parere fatte sottacere anche per la paura del ridicolo di cui potessero ammantarsi gli scienziati coinvolti.
Oggi, considerando come meglio stiamo padroneggiando l’universo digitale, l’ipotesi è considerata non solo realistica, ma anche preoccupante. Al punto da aver interessato ultimamente la NASA, in quanto l’idea ultima fa ritenere che delle superintelligenze aliene abbiano creato questo nostro mondo virtuale. Per degli scopi da capire, ma probabilmente mettendo a rischio la sopravvivenza umana.
E andiamo indietro al 2003, quando Nick Bostrom, filosofo di Oxford, espose una interessante ipotesi che chiamò “the simulation argument”, nella pubblicazione “Philosophical Quarterly”; la conclusione era che siamo sicuramente in un mondo “simulato” e non reale. La sua era una semplice teoria filosofica; in grado, magari, di essere smantellata facilmente mediante una rigorosa osservazione scientifica. Ma non è stato così.
A fargli da spalla in questa teoria, di recente, è intervenuto anche Elon Musk (CEO di Tesla, co-fondatore di Paypal e di tante altre cose, compresi i viaggi su Marte...), che, avendo analizzato il problema a fondo, soprattutto dal punto di vista statistico, ha letteralmente dichiarato: ”c’è una probabilità su un miliardo che l’essere umano non stia vivendo in un mondo simulato”. Ossia, che è estremamente probabile che viviamo in un mondo simulato.
Addentriamoci nel tema, e affrontiamo la teoria della possibile creazione di una “superintelligenza” costruita utilizzando supercomputer.
Cosa ha fatto infatti pensare che questa teoria del nostro mondo “simulato” sia vera ? Semplice: perché cominciamo a renderci conto di come le tecniche digitali possano trasformare profondamente, in futuro, la vita degli umani; dando loro la possibilità di creare esseri “superintelligenti”.
Il punto di partenza è la rapidità dell'avanzamento delle conquiste informatiche: così veloce e massiccia che in un futuro prossimo le menti artificiali potranno divenire indistinguibili da quelle reali e umane. Con computer quantistici la potenza di elaborazione è quasi infinita, e con le reti neurali artificiali possiamo già oggi avvicinarci all’architettura del cervello umano. Se si fa un semplice calcolo utilizzando la Legge di Moore [che sostiene che i computer raddoppiano il potere di calcolo ogni due anni], ci accorgiamo che questi supercomputer, entro un decennio, avranno la possibilità di simulare nel giro di un mese una vita intera di un uomo di 80 anni; tra cui ogni pensiero da lui concepito durante quella vita. Odyssey, il supercomputer di Harward, è in grado, oggi, di simulare 14 miliardi di anni in pochi mesi. Quindi, dal punto di vista tecnologico, è estremamente plausibile che ciò che oggi già realizziamo come videogames e simulatori di volo, fra dieci anni possano “simulare la vita, interamente”.
Proprio per questo, non c'è dunque alcuna ragione per non pensare che un quadro simile non sia già avvenuto in passato e che, come nella neurosimulazione interattiva di film come Matrix, ci stiamo già dentro fino al collo. 
Uno potrebbe dire: “vabbè, ma possibile che non ci accorgiamo di vivere in qualcosa di non reale ?” E la risposta è “possibilissimo: lo facciamo sempre”. Il nostro cervello, infatti è la cosa più facile da imbrogliare; avviene quotidianamente, e neanche a nostra insaputa. Gli esempi sono tantissimi, ma il più significativo è quando guardiamo un film: sappiamo benissimo che è una storia finta, proiettata su un telo bianco (oppure su uno schermo elettronico); eppure, dopo pochi attimi dall’inizio, “entriamo nella storia”, e, se la protagonista muore, ci mettiamo a piangere. Idem quando leggiamo un libro: la storia è finta, stampata su fogli bianchi; eppure idealizziamo e visualizziamo gli scenari proposti, “vediamo” i protagonisti (spesso finti, e lo sappiamo) e magari ci scappa pure la lacrimuccia. Dal punto di vista più rigorosamente neuro-psicologico (teoria della percezione) poiché non c’è modo infallibile di distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è, possiamo estrapolare il concetto che non ci sia modo di essere sicuri che ciò che percepiamo non sia sempre una illusione.(fonte Stanford Encyclopedia of Philosophy).
La popolarità di questa ipotesi della simulazione; suggestiva e raggelante, è molto elevata.  Secondo un servizio pubblicato sul “New Yorker” da Tad Friend, la tesi della simulazione sta ossessionando molti scienziati, tanto che due miliardari attivi proprio nel mondo della tecnologia, di cui non vengono tuttavia fatti i nomi, avrebbero già segretamente finanziato gruppi di scienziati in grado di cercare di condurci al di fuori di questa realtà artificiale. Cosa poi ci aspetti nella “realtà reale”, ovviamente, non è dato sapere.
Non solo, anche la Bank of America, in un rapporto del settembre 2016 scorso, ha sposato la tesi sostenendo che le possibilità che ci ritroviamo in una clamorosa messinscena frutto di un futuro già avvenuto è elevatissima. E questa, oggi, è la convinzione di molti esperti, filosofi e futurologi: " Secondo loro, ogni rapporto umano, ogni sentimento, ogni ricordo di noi esseri umani è molto probabile che sia stato generato da parte di banchi di supercomputer”. Facilissimo, quindi, farci vivere in un mondo irreale senza che ce ne accorgiamo; ma progettato da chi ? Chi sta facendo ciò ?; quale “superintelligenza” ha creato questo mondo virtuale? Infatti per la prima volta, questo rapporto, espone la possibilità di intervento alieno: “ è possibile che grazie agli avanzamenti dell'intelligenza artificiale, della realtà virtuale e della potenza di calcolo i membri di future civiltà abbiamo deciso di avviare una simulazione dei loro antenati", si legge nel rapporto di Bank of America.
A questo punto entra in ballo la NASA, con Rich Terrile, (director of the Centre for Evolutionary Computation and Automated Design at NASA's Jet Propulsion Laboratory) , che suggerisce che una razza di esseri estremamente evoluti potrebbe essere dietro nostra prigionia digitale. In altre parole Rich Terrile, afferma la possibilità che degli esseri alieni potrebbero essere a capo di un progetto che utilizza la realtà virtuale per simulare momenti di vita reale. E ci sarebbero alcune evidenze fisiche a comprovare ciò.
Le evidenze fisiche, in realtà, sono aspetti del mondo bio-fisico che ci appaiono sbagliati, incomprensibili, o addirittura paradossali. L’idea che il nostro universo sia una finzione generata da un codice di programmazione risolve un gran numero di contraddizioni e misteri legati alla natura del cosmo. Vediamoli:
1. Visto che abbiamo accennato a paradossi, parliamo prima del “paradosso di Fermi”. Nell'Universo conosciuto esistono almeno 100 miliardi di galassie, contenenti ciascuna 100-1000 miliardi di stelle. In base a quanto sappiamo degli esopianeti, ne esistono trilioni e trilioni di potenzialmente abitabili: grandi numeri che fanno pensare che non siamo soli, nel cosmo. “Ma allora, dove sono tutti? – disse Fermi” evidenziando  la chiara contraddizione tra l'alta probabilità che la nostra non sia la sola civiltà evoluta nell'Universo e la mancanza di contatti stabiliti con eventuali altre forme di vita. Infatti, se anche solo lo 0,1% di pianeti della Via Lattea ospitasse la vita, ci sarebbero 1 milione di pianeti abitati solo nella nostra galassia. Gli esseri umani si sono cimentati con viaggi nello spazio, perché non pensare allora che anche altre civiltà aliene, se fossero esistite, abbiano provato e fare  viaggi nello spazio ?  Come interpretare allora il fatto che non abbiamo mai incontrato degli alieni e non abbiamo trovato alcuna traccia di qualsiasi altra forma di vita intelligente nell'universo? Esistono "filtri" che ci precludono la conoscenza di altre forme di vita?
2. Il principio antropico. E' sorprendente (e altamente improbabile) che si siano sviluppati gli esseri umani. Perchè la vita possa iniziare sulla  Terra abbiamo bisogno che un numero enorme di coincidenze si siano avverate e che tutto funzioni correttamente. Le coincidenze biologiche sono innumerevoli; quelle fisiche tante: siamo a una distanza perfetta dal Sole, l'atmosfera ha una composizione corretta, e la gravità è solo potente abbastanza; e anche se ci possono essere molti altri pianeti con queste condizioni, il nascere della vita, deve soddisfare a condizioni talmente strette da renderla statisticamente impossibile. Se qualche fattore cosmico come l'energia oscura, ad esempio, fosse stato solo un pochino più forte , la vita non esisterebbe, nè qui, nè altrove nell'universo. Il principio antropico ci domanda: "Perché, perché queste condizioni si sono verificate  così perfettamente per noi?". Una spiegazione è che le condizioni siano state deliberatamente impostate  con l'intenzione di dare a noi una vita non reale, difficile da creare, ma simulata. Ciascun fattore rappresenta, quindi, una condizione di stato fisso; programmato da qualche vasto esperimento di laboratorio. I fattori sono stati solo collegati all'universo  e poi la simulazione è stata avviata.
3. Le teorie evoluzionistiche. Come quelle di Darwin, delle mutazioni, ed altre; ci fanno apparire l’Uomo come proveniente dall’evoluzione di altri esseri viventi. Il problema è che non abbiamo traccia degli esseri della transizione, che dovrebbero essere numerosi. Si passa bellamente da esseri quadrumani (ammesso che siano quelli cui riferirci), all’Uomo. Improvvisamente.
4. Universi paralleli. La teoria degli universi paralleli, o multiverso, abbastanza accreditata dai fisici, postula un numero infinito di realtà con un numero infinito di possibilità al loro interno. Immaginate i piani di un edificio con appartamenti. Se ci sono in realtà molteplici universi , potrebbero essere in realtà più simulazioni in esecuzione contemporaneamente?  Ogni simulazione ha una propria serie di variabili, e non è casuale. Il  creatore della simulazione può impostare  diverse variabili, può testare diversi scenari e osservare risultati diversi.
5. Un altro mistero spiegabile con la teoria della simulazione è il ruolo della Materia Oscura. Il cosmologo americano Michael Turner l’ha definita “il più profondo mistero di tutta la scienza”. La Materia Oscura è una delle molte componenti ipotetiche usate per spiegare un gran numero di anomalie che non capiamo del Modello Standard, la teoria che la scienza usa da anni per lo studio delle particelle e delle forze della natura. La Materia Oscura è un assurdo in se stesso: per spiegare fatti incomprensibili ci avvaliamo infatti di una materia che non siamo in grado di verificare e che rappresenta la maggior parte dell’universo. E comunque il Modello Standard non è in grado di spiegare la forza di gravità e l’espansione dell’Universo.
6. Il principio di indeterminazione di Heisemberg.  Senza addentrarci nel principio, credo serva questa citazione di Werner Karl Heisenberg :“Nell’ambito della realtà della teoria quantistica, le leggi naturali non conducono ad una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere è piuttosto rimesso al gioco del caso”.
La cosa inquietante di questa “teoria dell’universo simulato” è che è  impossibile, oggi,  dimostrarne o confutarne il contrario. Anzi, come visto, gli indizi che possa essere verità sono parecchi. E, rifacendomi ad Agata Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova”.
Altro fattore inquietante, sempre secondo la NASA, è che queste superintelligenze, se esistono, potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza dell’umanità (almeno come crediamo di conoscerla oggi).

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