La versione audio-video a questo link
:
https://www.youtube.com/watch?v=qKG1RaFyPgk
La “fuga”, in musica, è un
procedimento che mi affascina, perché ha sicuramente delle influenze cerebrali;
e mi piace parlarne. E’ infatti un’ottima dimostrazione che 1+1 non fa due, ma che,
nella polifonia, qualcosa di aggiuntivo viene inserito nella somma; qualcosa, a
tutta prima, inspiegabile e affascinante.
***
Per capirla, permettetemi di
introdurvi ai concetti musicale di “polifonia” e di “canone”. La “polifonia”
è semplice da spiegare, se ricordiamo come si canta “in coro”. Infatti Il coro
viene definito: monodico quando tutte le voci intonano la stessa
melodia, come nel canto gregoriano; e polifonico quando esse intonano
melodie diverse, come nei mottetti e nei madrigali del Rinascimento.
Il “canone” è una
forma particolare di polifonia: nel canone vengono sovrapposte le voci in tempi
diversi. Trovate una bella e semplice spiegazione del “canone” a questo link:
https://musicadiffusa.it/canone/
Il link suddetto vi manda alla
canzone “Rain and Tears” degli Aphrodite’s Child (1968), che spiega ed esemplifica meglio il concetto di “canone”; e che anche vi
propongo a questo link;:
https://www.youtube.com/watch?v=JM_T7W7k0mA
Orbene; “fuga”, in musica , è un
procedimento compositivo caratterizzato dalla sistematica imitazione di un tema
principale (chiamato soggetto), in linee melodiche che suonano simultaneamente.
Nella sua complessità matematica,
formalità, simmetria, e varietà, la fuga detiene l'interesse di compositori,
interpreti e ascoltatori di musica occidentale; più o meno allo stesso modo
con cui il sonetto, in poesia, affascina con la musicalità delle sue rime.
E per rendervi l’idea di come
diventi magica la trasposizione di un banalissimo brano, quando viene effettuato
in “fuga”, vi propongo “tanti Auguri a Te”, trasposto in “fuga”; e
sentite cosa succede:
https://www.classicfm.com/composers/bach/happy-birthday-fugue/
E adesso andiamo sul molto
raffinato e geniale: conosciamo Nina Simone come un'icona della musica
del 20° secolo: una geniale interprete e cantautrice. Io considero la sua
musica jazz irresistibile, con il suo modo di suonare il pianoforte senza
sforzo. Da giovane musicista, la Simone ha studiato pianoforte classico, e con
esso, la complessa musica contrappuntistica per tastiera di JS Bach. Nelle sue
improvvisazioni, il suo studio delle fughe e delle forme classiche, traspare
attraverso la superficie jazz. Ed eccovi quindi un momento particolarmente
straordinario; con "Love Me Or Leave Me": ascoltate la
delicata fuga influenzata da Bach, con sviluppo del motivo perfettamente
posizionato, il tutto nel contesto di una sontuosa canzone jazz. (potrebbe
essere suonata col clavicembalo e la godreste comunque…). Geniale!
STORIA DELLA FUGA
La prima e più rigorosa tecnica
imitativa nella polifonia occidentale è, come detto prima, il “canone”, in cui
ogni voce successiva (il termine per una linea musicale che viene cantata o
suonata) ha la stessa melodia. I canoni apparvero nel XIII secolo e sono stati
una risorsa importante nel contrappunto (l'arte di combinare più melodie
contemporaneamente) occidentale, fino ai giorni nostri. La musica popolare
include molti esempi di canone ripetuto, chiamato round: "San Martino
Campanaro" è un esempio che ci è familiare.
La “fuga” può essere considerata come
uno stadio successivo nell'evoluzione del canone. Il nome fuga fu applicato ai
brani canonici già nel XIV secolo, ma gli antenati logici della fuga
completamente sviluppata sono gli inizi strettamente imitativi delle canzoni
d'insieme del tardo XVI secolo.
Nel XVII secolo, compositori come
Frescobaldi e Johann Jakob Froberger fecero uso della tecnica fugale nel
contesto di movimenti più ampi.
Le opere di Bach sono
all'apice della storia della fuga. Le fughe di Bach rimangono insuperate
nella loro straordinaria varietà e nella loro perfezione, e nessun altro
compositore ha prodotto così tanti splendidi esempi di fughe grandi e piccole,
per ogni mezzo a sua disposizione in quel momento. In un'intervista del maggio 2018 a Living
the Classical Life, l'illustre pianista Emanuel Axe ammetteva che il suo
"cervello sarebbe stato il doppio delle sue dimensioni" se
avesse suonato più Bach. “È uno dei miei più grandi rimpianti quello di non
aver suonato molto, molto, molto (tre volte ripetuto) di più della musica di
questo compositore”. "E naturalmente, spiritualmente, - secondo lui
- c'è ben poco di eccezionale al mondo, oltre Bach." Glenn Gould,
canadese, uno dei pianisti più famosi e celebrati del 20° secolo, definì Bach il più grande architetto del
suono.
“L'arte della fuga”
(nell'originale in tedesco, Die Kunst der Fuge) BWV 1080 è una raccolta
di composizioni di Johann Sebastian Bach, senza indicazioni sulla
strumentazione, formata da diciannove fughe. Iniziata intorno al 1740, o forse
anche prima, ma portata avanti con assiduità solo a partire dal 1747, l'arte
della fuga restò incompiuta a causa della morte di Johann Sebastian Bach,
avvenuta nel 1750. Nonostante fosse incompleta, Carl Philipp Emanuel Bach,
figlio di Johann Sebastian, la fece stampare nel 1751. “L'arte della fuga” è riconosciuta
come una delle opere musicali più complesse e articolate mai scritte, e viene
universalmente considerata uno dei vertici più alti mai raggiunti dalla
polifonia contrappuntistica nell'intera storia della musica.
Ma Bach non si considerava un
artista, ma uno scienziato della musica. Proprio come Newton aveva
elaborato le leggi del moto planetario, così Bach si proponeva di scoprire le
leggi dell'universo musicale. Più Galileo che Michelangelo, quest'uomo,
profondamente religioso, cercava la "musica di Dio" piuttosto che la
propria. Qui sta la ragione della sua straordinaria versatilità. La fede
informa così tanto dell'arte di Bach che metterla da parte è il modo più sicuro
per sbagliare la storia. Brahms aveva invitato i suoi contemporanei a "studiare
Bach;” ”lì troverai tutto", diceva. Beethoven scherzava dicendo che il
suo nome non doveva essere Bach ("ruscello") ma Meer
("oceano").
ANALISI FISIOLOGICA DELLA
RISPOSTA NEUROCEREBRALE ALLA “FUGA”
La fuga ci introduce il tema
della “ricorsione” (il ricorso di più fatti); una storia dentro una storia: una struttura autosimilare,
in cui ogni nuovo livello gerarchico è annidato all'interno di uno inferiore.
Questo annidamento ricorsivo può continuare indefinitamente; come nella
geometria frattale. E come nel frattale, anche il “ricorso” in musica,
affascina il nostro cervello e lo tiene inchiodato a “ciò che avviene dopo”.
La musica è sicuramente la più “fisica”
tra le arti. Il tipo tonale (la gerarchia dei suoni) ha semplici fondamenti
matematici basati sulle leggi dell'acustica. Però, se la canzone “My 1st
Song” di Jay-Z può sconvolgere la vostra corteccia uditiva, non è perché
non vi piaccia quella musica, ma è perché è una risonanza incombente, ripetitiva,
di fa# minore blues, ossia un tormentone; il che, a taluni, può risultare
antipatico; ma in cui l’influenza, volutamente psichedelica, è fortissima (v.
rave parties…). E ve la propongo qui:
https://www.youtube.com/watch?v=69XtYyEj0X8
La musica infatti ha un linguaggio
cerebrale razionale, ma ancora non ben capito; e molto di ciò che sappiamo
di esso ce lo ha insegnato Bach. Bach, infatti, rivendica nella musica una
parvenza di sintassi, anche se ancora nessuna semantica di cui parlare. Chiunque
(come me) strimpelli un po’ il piano, e magari la chitarra, sa che i modi
minori (ad esempio gli accordi), rattristano (es. mi minore); che le dissonanze
irritano, che i toni in maggiore (es. Fa maggiore) anticipano e impongono;
e che le cadenze concludono. Bach ha capito e sfruttato questa sintassi e ce l’ha
insegnata. Corredata della giusta acculturazione, infatti, la musica può
effettivamente innescare emozioni in modo affidabile e riproducibile, il che a
sua volta garantisce al compositore una misura di intenzionalità nel comunicabile.
Cosa desta in noi “Toccata e fuga…”? Un mondo oscuro? Una apocalisse forse. Il mistero?
La Magìa? Fate voi, e chiedetevi perché il pezzo è stato usato per presentare
“Dr. Jekill e Mr. Hyde”…:
https://www.wqxr.org/story/what-makes-the-famous-bach-organ-piece-toccata-fugue-so-spooky/
Sebbene la maggior parte degli
studi sull'elaborazione musicale nei musicisti abbia osservato una dominanza di
intervento dell'emisfero cerebrale sinistro (quello che presiede alle
attività analitiche), che di solito è stata spiegata con un'abile strategia
analitica utilizzata da questi soggetti, i risultati sul comportamento nei
confronti della “fuga” paiono essere incoerenti con ciò. Sono state infatti esaminate
le modificazioni dell'attività emisferica indotte dall'ascolto della musica
(fughe di JS Bach) e dal riconoscimento delle ripetizioni del tema della fuga,
utilizzando la tecnica dell'ecografia Doppler transcranica bilaterale (TCD). Ebbene,
si è concluso che (analisi fatta su 32 musicisti), in questo caso, è
l’emisfero destro quello più coinvolto. Si conclude che quando
l'elaborazione di materiale musicale complesso deve basarsi sull'analisi delle
caratteristiche di un contorno melodico, che richiede capacità di memoria di
lavoro (es. le ripetizioni della fuga), si osserva una dominanza dell'emisfero
destro anche in soggetti musicalmente sofisticati. Come sappiamo, l’emisfero cerebrale
destro controlla l’immaginazione, il linguaggio anagogico, la simbolica; e la
capacità di cogliere la magia della realtà. Quindi, per il nostro cervello, la
“fuga” è magia.
E non posso ovviamente lasciarvi
senza proporvi la sublime “toccata e fuga in re minore”, di JS Bach;
suonata all’organo a canne da Karl Richter. E notate la maestria di esecuzione
su pluritastiera (…la meraviglia della tastiera a pedale…). L’assistente che
vedete comanda i registri. Richter è considerato “l’ultimo grande esecutore di
Bach”. L’organo è il "Dreifaltigskeitsorgel" (Organo della
SS.Trinità) è uno dei tre della basilica benedettina di Ottobeuren; conta
quattro tastiere di 51 note ed una Pedaliera di 25 note, originariamente alla
francese, sostituita in seguito da una pedaliera alla tedesca.
https://www.youtube.com/watch?v=ilnIITx5jCU
E se volete capire, un po’, come, con Bach, 1 + 1 faccia più
di 2, ascoltatevi questa versione, e guardate l’analizzatore grafico:
https://www.youtube.com/watch?v=ipzR9bhei_o
RIFERIMENTI
https://www.cs.princeton.edu/~chazelle/music/bach.html
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9740359/
https://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/organi/deut01.html
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