domenica 31 maggio 2020

C'è un boom nella scoperta di nuove specie viventi di Achille De Tommaso 2-6-2019

Sapete che c’è un boom nella scoperta di nuove specie viventi ?

Questo boom è talmente significativo che alcuni esperti dicono che è simile al periodo del XVIII e XIX secolo quando i naturalisti europei si avventurarono in terre di recente scoperta e riportarono l’esistenza un numero sorprendente di nuove piante e animali esotici.
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Ma perché questo boom sta avvenendo proprio ora? Come può essere così, quando le specie in tutto il mondo stanno scomparendo a tassi senza precedenti?
In realtà questa è la dicotomia in cui la Terra oggi si trova mentre entra in un nuovo capitolo della sua storia: l’epoca dell’Antropocene. Un’epoca segnata dal significativo impatto che gli umani stanno avendo sugli ecosistemi del pianeta.
Ciò che è più inaspettato e sorprendente è che tali scoperte non si limitino a organismi come insetti o parassiti; ma si estendano parecchio a grandi animali come giraffe, elefanti, delfini e persino oranghi. Infatti, dal 1993 sono state scoperte più di 400 specie di mammiferi, e la nostra specie, quella dei primati, è al terzo posto, con la scoperta di oltre 50 nuove specie in tutto il mondo. Alcuni scienziati definiscono la nostra era addirittura la " nuova era delle scoperte " (2).
Ma perché improvvisamente troviamo così tante nuove specie dopo oltre un secolo di convinzione che non sia rimasto nulla di eccitante da scoprire? Le motivazioni sono svariate; vi cito le più importanti.
  1. LA BIODIVERSITA’ E’ IN PERICOLO
Le persone in tutto il mondo sono oggi consapevoli del fatto che la biodiversità della Terra sia in crisi e - per la prima volta nella storia geopolitica – anche le Nazioni Unite hanno riconosciuto che essa è a rischio. Mai prima d'ora così tanti paesi si sono infatti uniti ufficialmente nei loro sforzi per ridurre l'attuale tasso di perdita di specie.
Il risultato è che c'è un interesse ravvivato negli studi sulla biodiversità, che sta portando ricercatori e conservazionisti a intraprendere spedizioni scientifiche in regioni del mondo ancora inesplorate, catalogando attentamente la ricchezza delle specie che si trovano là. Quelle che ci sono già e, magari, che si stanno estinguendo; e, così facendo, ne trovano di nuove.
Secondo Gerardo Ceballos, dell'Universidad Nacional Autonoma de Mexico e Paul Erlich della Stanford University, quasi il 40% delle nuove specie di mammiferi individuate dal 1993 all'epoca della pubblicazione del loro studio nel 2007, è il risultato dell'esplorazione recente di nuove aree, come nelle foreste tropicali orientali dell'Africa occidentale e del Congo, le colline dell'Himalaya dell'India nordorientale e il bacino dell'Amazzonia.
Deforestazione nell'Amazzonia peruviana. Una radura nella foresta pluviale piantata con piantine di mais.

  1. ESPANSIONE URBANA E DEFORESTAZIONE
L'altro fattore da considerare è la rapida espansione urbana e rurale in molte aree selvagge, che ha reso l'accesso a queste parti remote del globo relativamente più semplice. Ciò è dovuto allo sviluppo di infrastrutture su larga scala (strade e ferrovie); il che ha portato a diffuse modifiche dell'habitat. Di conseguenza, però, nuove specie vengono scoperte per merito della migliore accessibilità a queste aree. (Anche se si deve notare che queste specie sono magari minacciate di estinzione a causa dello sfruttamento degli habitat).
Avete presente l’Amazzonia? Questa regione era una volta estremamente remota e un luogo di miti e leggende, che attirava ben noti esploratori del 20mo secolo. Il tenente colonnello Percy Fawcett, ad esempio, condusse diverse spedizioni in questa parte del Brasile mentre cercava il leggendario tesoro di El Dorado. Lui e suo figlio non sono mai tornati dal loro viaggio del 1925. Il presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt, e il maresciallo Candido Rondon, insieme hanno poi guidato la famosa Spedizione scientifica del 1913-14 navigando nell'infido Fiume del Dubbio (ora Rio Roosevelt) e tracciandone il percorso. Il loro viaggio fu sconvolto da vari disastri, culminati con la distruzione delle loro piroghe in una delle numerose rapide del fiume.
Questa regione è diventata oggi il punto centrale dell'industria agricola brasiliana e detiene il più alto indice annuale di deforestazione in Brasile. L'area è anche conosciuta come "l' arco della deforestazione brasiliana” , alludendo alla frontiera agricola avanzante a forma di mezzaluna che sta rapidamente inghiottendo i bordi meridionali dell'Amazzonia. Con il taglio della foresta e la creazione di infrastrutture, come le strade, l'accesso a questa zona remota non è più difficile, rendendo quasi inevitabile la scoperta di nuove specie. Infatti, di recente, nell’Amazzonia meridionale e sud-occidentale sono state scoperte quattro nuove specie di scimmie titi .

  1. LA GENETICA MOLECOLARE CI FA DISTINGUERE IN VARIE SPECIE QUELLE CHE APPARIVANO UNA SOLA.
Ma nuove specie non si trovano solo sul campo. Diversi casi di nuove specie sono venuti da uno sguardo più ravvicinato a specie ben consolidate e ad un maggiore controllo tassonomico. La tendenza a dividere una specie in due è in gran parte il risultato dell'applicazione ormai diffusa delle moderne tecniche di genetica molecolare nel campo della tassonomia e della sistematica (la tassonomia biologica è una sottodisciplina della biologia sistematica, che studia le relazioni di parentela fra gli organismi e la loro storia evolutiva).
I dati della sequenza del DNA possono essere utilizzati per dedurre le relazioni evolutive tra le specie. Essi forniscono anche grandi quantità di dati (il genoma umano è lungo tre miliardi di coppie), il che significa che questa metodologia si avvale di un grande potere statistico fornito da “grandi numeri”.
Da notarsi poi che, con i rapidi progressi fatti in questo campo, sta diventando sempre più economico sviluppare ricerche. The Human Genome Project è costato 2,7 miliardi di dollari. Oggigiorno, con dozzine di genomi di riferimento disponibili, i giganti della sequenza del DNA, come “Illumina”, promettono interi genomi per soli 100 dollari.
Questi progressi nel campo della genetica molecolare e della genomica, accoppiati con i grandi progressi nei supercomputer, significano che interi genomi di organismi possono essere analizzati per produrre filogenesi sempre più raffinate e ben risolte; mostrando in molti casi diversità non rivelate con altri metodi usati precedentemente.
MA… SONO VERAMENTE NUOVE SPECIE, OPPURE C’E’ UN DIFETTO NELLE DEFINIZIONI DELLE CARATTERIZZAZIONI DELLE SPECIE ?
Ma tali emergenti diversità sono oggetto di un po’ di critiche da parte di alcuni scienziati che sostengono che stiamo subendo una " inflazione tassonomica " (un aumento eccessivo del numero di taxa (1) riconosciuti) non a causa della scoperta, ma a causa di cambiamenti nel modo in cui sono definiti; venendo a definire come specie una che in realtà è una sottospecie.
Ciò è ulteriormente aggravato dall'uso di concetti di specie alternativi e meno restrittivi, diversi dai consolidati concetti di specie biologiche, che definiscono le specie in termini di gruppi di popolazioni naturali, che si incrociano e che sono riproduttivamente isolate da altri gruppi di questo tipo.
Questi concetti meno restrittivi, come l'ormai popolare concetto di specie filogenetica, hanno portato ad un aumento del 50% del numero di specie di vertebrati
I professionisti della conservazione, come la lista rossa IUCN e la CITES, stanno ora sollevando preoccupazioni circa le tassonomie e le aggiunte in continua evoluzione. Le tassonomie instabili e in rapida evoluzione indicano che gli obbiettivi di conservazione sono in costante movimento e questo può ostacolare la conservazione delle specie stesse.
Ovviamente c’è molto da capire ancora. Ma se vogliamo salvare tutti gli ultimi tipi di organismi e magari permettere loro di evolvere - il che è l'obiettivo ultimo della conservazione - allora la scienza non può esimersi dall'apprendere sempre di più sull'incredibile diversità della vita sulla Terra.

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(1) In biologia, un taxon (plurale taxa, dal greco ταξιςtaxis, "ordinamento") o unità tassonomica, è un raggruppamento di organismi reali, distinguibili morfologicamente e geneticamente da altri e riconoscibili come unità sistematica, posizionata all'interno della struttura gerarchica della classificazione scientificaLa scienza che definisce i taxa si chiama tassonomia.
Ad ogni gruppo viene assegnato un nome in latino, una descrizione e un "tipo", a seconda se il taxón è una specie, un campione oppure un esemplare concreto. Ogni descrizione formale di taxón viene associata al nome dell'autore o autori che l'hanno realizzata, i quali figureranno dopo il nome.

(2)



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