“Per lo scienziato che è vissuto con la sua Fede nel potere della ragione, la storia finisce come un brutto sogno. Ha scalato la montagna dell’ignoranza; sta per conquistare il picco più alto; e, mentre si issa sopra la roccia finale, ecco che viene salutato dalle bande di teologi che sono stati seduti lì da secoli.”
ROBERT JASTROW
***
Molti scienziati, quando discutono circa le loro opinioni su Dio, propendono verso l'argomento “progettuale": un Ordine esiste; un Progetto esiste. [1] E, sorprendentemente, molti scienziati che discutono di Dio non hanno alcuna credenza religiosa. [2]
Einstein non credeva che la Scienza possa spiegarci Dio; e Stephen Hawking affermava che, se ciò potesse mai accadere, potrebbe essere la più grande scoperta scientifica di tutti i tempi. Ma la Scienza non ha forse dimostrato che non abbiamo bisogno di Dio per spiegare l'Universo? Fulmini, terremoti e persino la nascita dei figli venivano un tempo spiegati come atti di Dio. Ma ora conosciamo meglio la questione; e pare che Dio non c’entri molto.
C’è qualche dubbio? C’è qualche imprevedibile scoperta che induce gli scienziati a parlarci di Dio?
In realtà, contro i dubbiosi, gli atei, gli agnostici, spiccano tre scoperte considerate rivoluzionarie nel campo dell'astronomia e della biologia molecolare.
Esse sono:
1. L'universo ha avuto un inizio
2. L'universo è perfetto per la vita
3. La codifica del DNA rivela intelligenza creatrice
E in realtà sono proprio le dichiarazioni in merito di alcuni scienziati che possono sorprenderci a pensare: ”anche per la Scienza, Dio esiste!”
Diamo un’occhiata:
L’UNIVERSO HA AVUTO UN INIZIO
Prima del XX secolo, la maggior parte degli scienziati credeva che la nostra galassia, la Via Lattea, fosse l'intero universo, e che esistessero solo circa 100 milioni di stelle. Cosa più importante: la maggior parte degli scienziati credeva che il nostro universo non avesse mai avuto un inizio. Credevano che massa, spazio ed energia fossero sempre esistiti.
Ma all'inizio del XX secolo, l'astronomo Edwin Hubble, non solo scoprì che l'universo si sta espandendo; ma, “riavvolgendo” matematicamente il processo, calcolò che ogni cosa nell'universo, inclusi materia, energia, spazio e persino il tempo stesso, aveva avuto effettivamente un inizio.
Molti scienziati, tra cui Einstein, reagirono negativamente a questa scoperta; inizialmente negandola. In quella negazione che Einstein in seguito definì "il più grande errore della mia vita", anche perché ammise che aveva forzato alcune equazioni per evitare l'implicazione di un inizio dell’Universo. [3]
Forse l'avversario più strenuo contro l’inizio dell'Universo fu l'astronomo britannico Sir Fred Hoyle, che creò il termine “big bang” per la Creazione. Ma lo aveva creato, in realtà, in maniera sarcastica; egli infatti sosteneva ostinatamente la sua teoria dello “stato stazionario” secondo cui l'universo è sempre esistito.
Nel 1992, finalmente, gli esperimenti sui satelliti COBE hanno dimostrato inequivocabilmente che l'universo ha avuto davvero un inizio: con un incredibile lampo di luce ed energia. [4] Sebbene alcuni scienziati chiamassero questo il “momento della Creazione”, la maggior parte continuò a chiamarlo "big bang". L'astronomo Robert Jastrow cerca di aiutarci a immaginare come è iniziato tutto. “L'immagine suggerisce l'esplosione di una bomba all'idrogeno cosmica. L'istante in cui è esplosa la bomba cosmica ha segnato la nascita dell'Universo. " [5]
Il problema è che, se l’universo ha avuto un inizio, la domanda “chi lo ha iniziato?” è plausibile. Se fosse sempre esistito, invece, spazio per la domanda non ce ne sarebbe.
E qui nascono i problemi. Per molti la Scienza non è in grado di dirci cosa o Chi ha causato l'inizio dell'Universo. Ma alcuni altri scienziati credono che questo inizio indichi chiaramente un Creatore. Il teorico britannico Edward Milne scrisse un trattato matematico sulla relatività che si concludeva dicendo: “Per quanto riguarda la prima causa dell'Universo, nel contesto dell'espansione, la nostra visione è incompleta senza di Lui." [6] Un altro scienziato britannico, Edmund Whittaker, si spinge fino ad affermare che l'inizio del nostro universo è dovuto a "Volontà divina che costruisce la natura dal nulla". [7]
Più in particolare, molti scienziati sono stati colpiti dalla similitudine di questo “big bang”, evento di creazione unico e dal nulla, con il racconto biblico della creazione in Genesi 1: 1. [8] Prima di questa scoperta, molti scienziati consideravano il racconto biblico della creazione dal nulla come assolutamente non scientifico. Anche un altro agnostico, George Smoot, lo scienziato vincitore del Premio Nobel responsabile dell'esperimento COBE, ammette il parallelo. "Non c'è dubbio che esista un parallelo tra il big bang come evento, e la nozione cristiana della creazione dal nulla". [10]
In parole povere: gli scienziati che erano soliti deridere la Bibbia come un libro di fiabe, oggi stanno ammettendo che il concetto biblico di creazione dal nulla è sempre stato giusto.
L’UNIVERSO E’ PERFETTO PER LA VITA
I cosmologi, specializzati nello studio dell'universo e delle sue origini, ben presto si sono resi conto che la probabilità che un'esplosione cosmica possa condurre alla Vita non è superiore a quanto sarebbe in grado di fare una bomba nucleare: a meno che questa bomba non sia stata progettata proprio per farlo. Ciò può significare che “la Vita è nel Progetto”. E se un Progetto esiste, molto probabilmente deve esistere un Progettista. Alcuni scienziati hanno iniziato, come vedremo, addirittura a usare parole come "Super-intelletto", "Creatore" e persino "Essere Supremo" per descrivere questo Progettista. Diamo un'occhiata al perché.
PUO LA VITA ESSERE NATA “PER CASO”?
Intanto è veramente molto difficile, logicamente, pensare che l’Universo sia nato per caso. I fisici hanno calcolato che, per far esistere l’Universo, la gravità e le altre forze della natura dovevano essere molto precisamente “calibrate”, o il nostro universo non sarebbe potuto esistere. Se il tasso di espansione fosse stato leggermente più debole, la gravità avrebbe riportato tutta la materia in una "grande crisi".
Non stiamo parlando semplicemente di una riduzione dell'uno o due percento del tasso di espansione dell'universo. Stephen Hawking scrive: "Se il tasso di espansione, un secondo dopo il big bang, fosse stato inferiore anche di una parte su centomila milioni di milioni, l'universo sarebbe ricaduto su se stesso, prima di poter giungere alle sue dimensioni attuali." [11]
D'altro canto, se il tasso di espansione fosse stato solo una frazione maggiore di quello che era, le galassie, le stelle e i pianeti non avrebbero mai potuto formarsi e noi non saremmo qui.
E affinché esista la Vita, anche le condizioni nel nostro sistema solare e nel nostro pianeta devono essere state “giuste”. Ad esempio, ci rendiamo tutti conto che senza un'atmosfera di ossigeno, nessuno di noi sarebbe in grado di respirare. E senza ossigeno, l'acqua non potrebbe esistere. Senza acqua non ci sarebbero piogge per i nostri raccolti. Altri elementi come idrogeno, azoto, sodio, carbonio, calcio e fosforo sono anch'essi essenziali per la vita.
Ma questo da solo non è tutto ciò che è necessario per l'esistenza. Anche le dimensioni, la temperatura, la relativa vicinanza e la composizione chimica del nostro pianeta, del sole e della luna devono essere “giusti”. E ci sono dozzine di altre condizioni che dovevano essere squisitamente messe a punto, o non saremmo qui per pensarci. [12]
Gli scienziati che credono in Dio potrebbero forse essere facilitati nell’accettare una tale messa a punto; ma atei e agnostici non sono mai stati in grado di spiegare queste straordinarie "coincidenze". Il fisico teorico Stephen Hawking, un agnostico, scrive: "Il fatto notevole è che i valori di questi numeri sembrano siano stati adattati molto finemente, proprio per rendere possibile lo sviluppo della vita. " [13]
STRANE COINCIDENZE O MIRACOLO?
Possono queste perfette coincidenze essere attribuite al caso? Dopotutto, gli studiosi di probabilità statistiche affermano che qualsiasi tiro di qualsiasi cosa, prima o poi colpisce il bersaglio; basta avere pazienza. E, contro le forti probabilità negative, le lotterie alla fine vengono vinte da qualcuno. Quindi, quali sono le probabilità che l’esistenza della vita umana sia avvenuta per caso; generata da un'esplosione casuale nella storia cosmica?
La probabilità che la vita umana sia nata per caso, come effetto di un big bang, sfida le leggi della probabilità. Gli astronomi calcolano le probabilità essere meno di 1 probabilità in trilioni di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi [14]. Come dire che sarebbe molto più facile per una persona cieca, riuscire a scoprire, con un solo tentativo, un granello di sabbia appositamente contrassegnato, cercando in tutte le spiagge del mondo. Anche la scienza statistica si arrende, e dice che le probabilità tendono a zero. O che sono zero.
Un altro simpatico esempio di come sarebbe improbabile che un big bang casuale sia stato in grado di produrre la vita è quello di una persona che vince oltre mille lotterie consecutive, da un mega-milione di euro, dopo aver acquistato un solo biglietto per ciascuna lotteria. Quale sarebbe la vostra reazione a una simile notizia? Forse direste che è impossibile. O meglio, forse direste:” Impossibile; a meno che l’estrazione non sia stata pilotata da qualcuno, che abbia agito dietro le quinte”.
E questo è ciò che alcuni scienziati sono oggi portati a concludere: “qualcuno dietro le quinte ha progettato e creato l'Universo e la Vita in esso”.
Questa nuova comprensione di quanto sia miracolosa la vita nel nostro universo ha portato l'astronomo agnostico George Greenstein a chiedersi: "È possibile che improvvisamente, senza volerlo, ci siamo imbattuti nella prova scientifica dell'esistenza di un Essere Supremo?" [15 ]. Tuttavia, come agnostico, Greenstein tiene duro, e mantiene la sua fede nella Scienza, piuttosto che in un Creatore, per spiegare le nostre origini. [16]
Robert Jastrow, dal canto suo, ci spiega perché molti scienziati siano riluttanti ad accettare, per l’Universo, un Creatore trascendente: è per motivi “religiosi”. “C'è infatti una specie di religione anche nella scienza; è la religione di una persona che deve per forza ammettere che ci sia ordine e armonia nell'Universo. E accade che, come detto prima, questa fede religiosa dello scienziato venga in qualche modo violata dalla scoperta che il mondo abbia avuto un inizio in condizioni in cui le leggi conosciute della fisica, come minimo dal punto di vista statistico, non sono valide. E che, sia l’Universo, che la Vita in esso, appaiano come un prodotto di forze o circostanze che non possiamo descrivere in maniera scientifica. E quando ciò accade, lo scienziato si rende conto di aver perso il controllo della Scienza. Non solo, ma si rende conto che se dovesse davvero esaminare le implicazioni di questa scoperta, ne sarebbe traumatizzato. [17]
È comprensibile quindi il motivo per cui scienziati come Greenstein e Hawking cerchino altre spiegazioni, piuttosto che attribuire il nostro universo, finemente sintonizzato, a un Creatore. Hawking ipotizza che possano esistere altri universi invisibili a noi (e comunque non dimostrabili), aumentando così le probabilità che uno di essi (il nostro) sia perfettamente messo a punto per la creazione della vita. Tuttavia, poiché la sua proposta è speculativa e al di fuori della verifica, difficilmente può essere definita "scientifica". Sebbene sia anche un agnostico, l'astrofisico britannico Paul Davies considera l'idea di Hawking troppo speculativa. E scrive: "Tale convinzione deve basarsi su una “fede” (sic!) piuttosto che sull'osservazione". [18]
Sebbene Hawking abbia continuato per anni a guidare incarichi ricercando spiegazioni puramente scientifiche per le nostre origini, altri scienziati, tra cui molti agnostici, hanno riconosciuto quelle che sembrano essere prove schiaccianti per un Creatore. Il fisico-matematico-astronomo inglese Fred Hoyle ha scritto, "Un'interpretazione di buon senso dei fatti suggerisce che un superintelletto si sia cimentato con la fisica, con la chimica e la biologia; per produrre l’Universo e la Vita. E che non ci siano misteriose forze su cui valga la pena di speculare per produrre spiegazioni." [19]
Sebbene Einstein non fosse religioso e non credesse in un Dio Creatore, dichiarò egli stesso, comunque, la possibilità che ci sia “ il genio dietro l'Universo: un'intelligenza di tale superiorità che, rispetto ad esso, tutto il pensiero sistematico di indagine, in merito, contiene riflessioni assolutamente insignificanti . " [20]
L'ateo Christopher Hitchens, che ha trascorso gran parte della sua vita scrivendo e discutendo contro Dio, è rimasto perplesso dal fatto che la vita non potrebbe esistere se le cose fossero diverse solo per "un capello". [21]
E Davies riconosce: “Esistono per me, alla fine dei discorsi scientifici, evidenti potenti prove che ci sia qualcosa dietro a tutto ciò. Sembra che qualcuno abbia messo a punto i numeri della natura per rendere l'Universo possibile... L'impressione che ci sia un Progetto “voluto” è travolgente”. [22]
DNA: IL LINGUAGGIO DELLA VITA
L'astronomia non è l'unica area in cui la scienza ha visto prove di un “Progetto”. I biologi molecolari hanno scoperto un design estremamente complesso nel mondo microscopico del DNA. Nel secolo scorso, gli scienziati hanno infatti trovato che una minuscola molecola chiamata DNA è il "cervello" dietro ogni cellula del nostro corpo e di ogni altra cosa vivente.
Tuttavia, più scoprono del DNA, più si meravigliano della intelligenza che c'è dietro.
Gli scienziati che credono che il mondo materiale sia tutto ciò che esista (i materialisti), come Richard Dawkins, sostengono che il DNA si sia evoluto per selezione naturale; senza un Creatore. Eppure anche gli evoluzionisti più ardenti ammettono che l'origine della “complessa complessità” del DNA sia inspiegabile.
L'intricata complessità del DNA ha indotto il suo co-scopritore, Francis Crick, a credere infatti che non avrebbe mai potuto originarsi sulla terra naturalmente. Crick, è un evoluzionista che crede addirittura che la vita sia troppo complessa per aver avuto origine sulla terra, e che dovrebbe provenire dallo spazio; infatti ha scritto: “Un uomo onesto, armato di tutte le conoscenze oggi a nostra disposizione, potrebbe solo affermare che l'origine della vita sia un miracolo. Tante sono le condizioni che avrebbero dovuto essere soddisfatte per generarla. [23]
La codifica dietro il DNA rivela una tale intelligenza da sconcertare l'immaginazione. Una piccola frazione di DNA contiene informazioni equivalenti a una pila di libri che circonderebbe la terra 5.000 volte. E il DNA opera come un linguaggio con un proprio codice software estremamente complesso. Bill Gates afferma che il software del DNA è "molto, molto più complesso di qualsiasi altro software che abbiamo mai sviluppato." [24]
Dawkins e altri materialisti credono che tutta questa complessità sia nata dalla selezione naturale. Tuttavia, come ha osservato Crick, la selezione naturale non avrebbe mai potuto produrre la prima molecola. Molti scienziati ritengono che la codifica all'interno della molecola del DNA indichi un'intelligenza che supera di gran lunga ciò che avrebbe potuto verificarsi per cause naturali.
All'inizio del XXI secolo, l'ateismo dell'ateo Antony Flew cessò bruscamente quando egli studiò il DNA. Flew spiega cosa cambiò la sua opinione: “Quello che penso che il materiale del DNA abbia fatto, è mostrare che per forza una intelligenza deve essere stata coinvolta nel mettere insieme elementi straordinariamente diversi. L'enorme complessità con cui sono stati raggiunti i risultati mi sembra senza dubbio il lavoro di una intelligenza[25]”. Quindi, sebbene Flew non fosse un credente, ammise che il "software" dietro il DNA è troppo complesso per essere nato senza un "Progettista".
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Fin qui ciò che molti scienziati hanno pensato e credono circa l’esistenza di Dio. Da qui però a tentare di spiegare tutta la narrazione religiosa (ad esempio cristiana) in chiave scientifica il passo è ancora lungo. Anche ammettendo l’esistenza di Dio (e questa ammissione non mi sembra lontana), la Scienza dovrebbe poi spiegare magari il “perché” Dio ha fatto ciò che ha fatto. Sempre entrando nella narrazione religiosa dovremmo poi cercare di spiegare i miracoli e magari dipanare i dubbi sui “dogmi” e i “misteri” della Chiesa cattolica. E, ultimo ma non ultimo, discutere di Cristo e della sua Resurrezione.
Ma, per l’Uomo, il tema più importante da studiare e da capire, penso sarete d’accordo, è un altro; ed è relativo al “dopo”. Esiste una vita dopo la morte? Esiste un’anima immortale? La religione, con la vita dopo la morte, è un “oppio dei popoli”, (nel senso che ci tranquillizza circa il terrore della morte, e ci fa morire più tranquilli), oppure ci dà il reale senso della Vita? In fondo la materia (lo sappiamo) è energia e, secondo le sue leggi di conservazione, quello di puro spirito potrebbe essere il nostro “status” dopo.
Da ultimo: bisogna accettare tutto con Fede senza porsi dubbi? A mio parere non necessariamente: il cervello umano è quanto di più sublime e complesso esista nell’Universo conosciuto. Possibile gli sia vietato sforzarsi a cercare di capire il suo Progettista?
NOTE
- Harrison, E. 1985. Masks of the Universe. New York, Collier Books, Macmillan, pp. 252, 263.
- Un ateo non crede che Dio esista; un agnostico afferma che non possiamo sapere se esista.
- Brian Greene, The Elegant Universe (New York: Vintage, 2000), pp. 81-82.
- George Smoot and Keay Davidson, Wrinkles in Time (New York: Avon, 1993), p. 241.
- Robert Jastrow, God and the Astronomers, (London: W. W. Norton, 1992), p 13.
- Ibid., p. 104.
- Ibid., p. 103.
- Genesis 1:1, “All’inizio Dio creò il Paradiso e la Terra”
- Jastrow, p 14.
- Smoot and Davidson, p 17.
- Stephen Hawking, The Illustrated A Brief History of Time (New York: Bantam, 1996), p. 156
- Hugh Ross, The Creator and the Cosmos (3rd ed.) (Colorado Springs, CO: NavPress, 2001), p. 224.
- Stephen Hawking, A Brief History of Time (New York: Bantam, 1990), p. 125.
- Hugh Ross, The Creator and the Cosmos (Colorado Springs, CO: NavPress, 2001), p. 198.
- George Greenstein, The Symbiotic Universe (New York: William Morrow, 1988),p. 27.
- Ibid., p. 189.
- Jastrow, p. 105.
- Paul Davies, God and the New Physics (New York: Simon & Schuster, 1983), p. 174.
- Fred Hoyle, “Let there be Light,” Engineering and Science (November 1981).
- Albert Einstein, Ideas and Opinions—The World As I See It (New York: Bonanza, 1931),p. 40.
- http://www.youtube.com/watch?v=GDJ9BL38PrI
- Paul Davies, The Cosmic Blueprint (New York: Simon & Schuster, 1988), p. 203.
- Francis Crick, Life Itself (New York: Simon & Schuster, 1981), p. 88.
- Citato in William A. Dembski and James M. Kushiner, eds., Signs of Intelligence (Grand Rapids, MI: Brazos, 2001), p. 108.
- Citato in Gary Habermas, “My Pilgrimage from Atheism to Theism”: Intervista con Antony Flew, Philosophia Christi, (Winter, 2005).
- John Boslough, Stephen Hawking’s Universe (New York: Avon, 1989), p. 109.
- Jastrow, p. 107.
- Margenau, H. and R. A. Varghese, eds. Cosmos, Bios, Theos: Scientists Reflect on Science, God, and the Origins of the Universe, Life, and Homo Sapiens (Open Court Pub. Co., La Salle, IL, 1992).
- Colossians 1:15-17, J. B. Phillips.
- John 3:16; John 14:19.
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